Lasciarsi ispirare dal repertorio classico reinterpretandolo con movimenti contemporanei e richiami alla street dance è la cifra di Yoko Omori, artista associata a Oriente Occidente, che torna al Festival con una serata composta: un nuovo solo in cui è in scena e il suo primo lavoro di gruppo per cinque interpreti, tra cui lei stessa.
Amore e solitudine, gioia e nostalgia, attaccamento e libertà, vuoto e appagamento: il paesaggio emotivo che Omori indaga è caratterizzato dalla complessità. L’unica che può garantire autentica bellezza.
Yoko Omori remixa criticamente i vocabolari e le storie della danza, affermando una chiara individualità.