In un’atmosfera intima, François Chaignaud ridà vita al recital solista attraversando l’eredità di Isadora Duncan, pioniera della danza moderna e contemporanea che ha liberato i corpi in scena da corsetti e tutù. Fluidità e sensualità si intrecciano nel corpo del coreografo che alterna lunghe spirali a corse sfrenate. Accompagnato dal pianoforte di Romain Louveau, Chaignaud unisce memoria e presente, trasformando il gesto in nuove ritualità che ora come allora, sfidano poeticamente le convenzioni.
[...] fa appello e unisce la danza moderna, il canto umano e degli uccelli, la grande musica, l'acqua discreta [...], il colore [...], i costumi come sintesi del movimento [...].