Yoko Omori

Nata e cresciuta in Giappone, Yoko Omori studia la danza classica fin da bambina e si avvicina alla pratica della danza contemporanea e dell'hip hop da adolescente.

Ha vinto il premio Outstanding New Artist e il Touch-point Art Foundation Award alla Yokohama Dance Collection nel 2019 e il premio Best Dancer alla Yokohama Dance Collection nel 2021.

Nel giugno 2022 ha ottenuto il secondo premio al concorso internazionale Danse élargie, tenutosi al Théâtre de la Ville di Parigi.

Proprio grazie a una partnership con il Théâtre de la Ville, Yoko Omori arriva a Oriente Occidente per una residenza artistica, presenziando con il suo lavoro PLAIN-chan all'edizione 2023 del Festival.

Yoko Omori arriva in residenza artistica a Oriente Occidente con un nuovo lavoro work in progress, dal titolo PLAIN-chan.

In questo nuovo pezzo per il suo corpo duttile e sinuoso, Omori danza come se fosse un personaggio distaccato dalle sue emozioni: «Contrariamente a quanto esplorato fino ad ora, in assoli come Help in cui danzavo i miei fantasmi e me stessa - spiega la giovane artista - qui sono un personaggio lontano da me».

Da qui il titolo del pezzo dove l’aggettivo inglese plain, “semplice, ordinario”, rimanda all’idea di una persona dall’esistenza in due dimesioni, priva di sfumature, tipizzata, a cui però Omori aggiunge il termine giapponese chan, utilizzato, spiega ancora l’autrice «nella mia lingua madre in aggiunta a un nome proprio di persona per riferirsi a quella persona in modo amichevole. Ed è un po’ come dire che voglio bene a questo semplice personaggio che porto in scena».

L'immaginario che porta nel suo lavoro è quello degli anime e dei videogame ma, proprio come racconta la sua biografia professionale che fonde formazione classica a influenze contemporanee e hip hop, unito a quello del più tradizionale dei balletti classici: Il lago dei cigni.

Il suo lavoro si va creando anche grazie ai props, una selezione di oggetti di uso comune, e alla musica, composta per lei da un compositore giapponese, che sembra muoversi in modo parallelo alla danza, in un'ottica di sovrapposizione più che di incontro.