Cristiana Morganti, nei suoi workshop, affianca al lavoro sul movimento quello sul concetto di atto scenico inteso come unità espressiva il cui strumento è innanzitutto il corpo e la sua “presenza”. Per la coreografa, la scoperta della voce e delle proprie capacità teatrali sono passaggi essenziali per la comprensione delle potenzialità individuali di danzatori e danzatrici.
Il lavoro giornaliero del workshop si dividerà in due fasi.
Nella prima, dopo un riscaldamento molto dinamico, si affronterà la parte tecnica prendendo spunto dai principi di Rudolf von Laban e lavorando sulle diverse qualità del movimento. In particolare si approfondiranno la ricerca sul respiro, sulla fluidità e sul disequilibrio. Accento verrà posto anche sulla dolcezza del gesto danzato, incoraggiando i e le partecipanti a togliersi la “corazza” della vita di ogni giorno, per scoprire tenerezza e fragilità all’interno del linguaggio di movimento.
Nella seconda fase si lavorerà sul tema del confine.
Stiamo vivendo un periodo di grandi sconvolgimenti e di ridefinizioni delle frontiere, geografiche ma anche emotive. Riuscire a tradurre tutto questo in atti creativi è per Cristiana Morganti una delle reazioni più sane e importanti che si possano avere. Questa parte si baserà su improvvisazioni strutturate e su un lavoro progressivo ed attento ai dettagli, sempre volto a evidenziare il sottile equilibrio tra movimento, voce, emozione ed intenzione.