Conduce l’incontro Davide Sighele, giornalista dell’Osservatorio sui Balcani, portale di informazione web sul sud est Europa.
“Per me la Bulgaria è sempre stato un Paese magico, che conoscevo poco. Ricevevo alcuni piccoli doni dalla Bulgaria, che conservavo. Ho sempre avuto l'impressione che fosse il Paese della bellezza. Per mio padre è molto diverso. Ha dovuto abbandonare la Bulgaria e questo è un ricordo a lui molto difficile. Ha fin dall'inizio voluto diventare francese il più rapidamente possibile. Quando ho iniziato ad occuparmi di Bulgaria ho incontrato le sue resistenze…”
Sophie Tabakov
Una danzatrice francese discendente di esuli bulgari, ed una scrittrice di Zagabria da anni a Trieste. E i Balcani, i ricordi di quanto si è lasciato, il tentativo di continuare a viverne il presente. È questo il senso dell’appuntamento con Sophie Tabakov e Melita Richter. Una riflessione quanto mai attuale poiché molti dei Paesi dei Balcani si trovano in questi anni nel difficile guado tra un passato di violenza, chiusura e nazionalismo e un progressivo riavvicinarsi a quell’Europa di cui fanno parte. Sino a quando le memorie delle comunità che vi abitano rimarranno divise, sino a quando non vi sarà uno sforzo di rielaborazione del conflitto, gli spettri del passato rischiano di continuare ad abitare anche il presente di queste terre.
Ma è la stessa Europa che non può pensarsi senza i Balcani. Perché i Balcani rappresentano quell’Europa di mezzo, quel luogo imprescindibile per smentire e smontare quello “scontro di civiltà” che rischia di divenire il caposaldo delle relazioni internazionali dei prossimi decenni.