Scrive De Lonti: “Era una giornata calda del 1991, seduto al tavolo di un bar aspettavo, con Luigi Ghirri, il passaggio del Giro d’Italia e insieme a noi, a piccoli gruppi, alcune persone attendevano in una dimensione sospesa del tempo. Dall’altra parte della strada, la Reggia di Colorno avvolta dalla luce di un caldo giorno di maggio. La quiete è rotta improvvisamente dalla carovana che precede il giro, venditori d’ogni tipo e slogan pubblicitari, appaiono riempiendo lo spazio sonoro e la strada. Una moltitudine di persone si accalca ai lati della strada, poi in un turbinio di colori i ciclisti, il gruppo è passato, l’evento è compiuto, i marciapiedi tornano alla loro naturale quotidianità e sullo sfondo la Reggia di Colorno, indifferente riflette la luce di maggio”.
Scaturisce da questa prima visione la bella mostra fotografica che pone al centro il paesaggio del Giro e soprattutto la massa informe del gruppo di ciclisti che attraversa un territorio che non vede, forse intuisce. Questi scenari che fanno da sfondo agli sportivi in gara diventano l’oggetto di una straordinaria indagine per immagini: centri urbani, periferie, zone industriali, pianure, montagne, fiumi e mare…