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09/09/1996 - 19:00

Auditorium Santa Chiara

Sub Rosa

Leine & Roebana/Norton è un giovane gruppo olandese, messosi in luce agli occhi della critica internazionale all’ultimo Festival di Nouvelle Danse di Montréal. Harijono Roebana (1955) e Andrea Leine (1966), entrambi forti di un retroterra formativo allo Studio’s Onafhankelijk Toneel, hanno all’attivo, a partire dal 1989, una decina di coreografie firmate in coppia, molte delle quali note in collaborazione con compositori contemporanei del gruppo Sound Palette. Per “Glottisdans” il duo ha lavorato insieme a un terzo giovane nome della coreografia olandese, Paul Selwyn Norton (1964), autore al quale sia l’Het Nationale Ballet che la Batsheva Sance Company hanno già commissionato delle creazioni. I tre sono accomunati da una tecnica di danza che fa perno su un uso decentralizzato del movimento, secondo cui ogni parte del corpo può essere punto di partenza focale di azione. Poniamo che sia un braccio a dare il via ad uno spostamento di peso nello spazio: il resto del corpo segue l’impulso primario facendosi trascinare dall’energia, messa in moto dal gesto iniziale. Tragitto durante il quale intervengono nuovi impulsi che, essendosi sviluppati in altre parti del corpo, mettono in gioco percorsi differenti di movimento. Questo intreccio di influenze è governato da una qualità morbida che ricorda il tipo di energia della tecnica release. “Glottisdans” si compone di due parti, “If we could only even if we could”, del duo Andrea Leine e Harijonno Roebana, e “Sub Rosa” di Paul Selwyn Norton. Il primo è danzato da cinque interpreti ed è montato su una serie di interventi solistici, di duetti, terzetti, quartetti e quintetti legati tra loro da un flusso continuo di energia. A dare gli impulsi principali allo spostamento del corpo nello spazio è, in tutti gli interpreti, la testa. Come nel primo assolo, giostrato su una danza dal timbro energetico circolare: è una coreografia che predilige il contatto con il terreno, prendendo a prestito alcune evoluzioni della break dance (giri sulla mano, rotazioni basse su un piede solo) e sciogliendone gli accenti bruschi alla luce della qualità energetica sopra descritta. Nel corso del brano ogni interprete dà comunque alla sua danza un timbro specifico, accellerando gli impulsi, irrigidendo le braccia, accentuando gli spostamenti fuori asse del bacino. Ad accompagnare “If we could only even if we could” è una partitura elettronica composta appositamente da Han Otten e Wieber de Boer (Sound Palette) che, dopo aver seguito le prove dello spettacolo, hanno firmato una musica che rispetta la coreografia, vivendo di ritmi e tempi suoi. ”Sub Rosa” di Paul Selwyn Norton è un duo tra un uomo e una donna che, pur essendo centrato su una tecnica decentralizzata i cui principi sono similari a quelli sui quali lavora il duo Leine/Roebana, propone uno stile di movimento più angolare. Accostato senza relazione di dipendenza con “Vita Nova” di Gavin Bryars, “Sub Rosa” viene raccontato dall’autore come una sorta di poetico “giardino di tortura nel quale due figure usano il corpo come strumento per determinare la loro realtà e la realtà dell’altro”. In effetti i due, quando si incontrano, si misurano, si intrecciano, si palpano, si toccano con un curioso e straniato atteggiamento di reciproco attenzione.