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05/05/2007 - 22:00

Auditorium Melotti

Strategia del ragno

Strategia del ragno, dedicato alla regione Emilia-Romagna e ispirato a Borges, viene finanziato dalla Rai, presentato alla Mostra di Venezia e distribuito con successo nei circuiti d’essai. Athos Magnani (Giulio Brogi) si reca nella cittadina padana di Tara (Sabbioneta) per sapere qualcosa di più su suo padre, un noto eroe  antifascista, ma al termine dell’indagine, pur avendo scoperto che l’eroe è stato in realtà un traditore, resta prigioniero del luogo fuori dal tempo. Questa la sintesi di un film geniale, dove Tara – spiega l’autore - «rappresenta la rinuncia a Parma» e «il bisogno di condannare la cultura paterna». Tara è anche la vasta tenuta degli O’Hara in Gone With The Wind e la dimora dei mitici re d’Irlanda. Siamo solo alla periferia dell’opera di un ragno che è il regista stesso, impegnato a irretirci in un viluppo di citazioni/ suggestioni culturali e private, un magma suggerito dal vivido bestiario che accompagna i titoli di testa: tigri, cani, cavalli braccati dai lupi, setolosi cinghiali e poi zebre, galli rosseggianti, rettili, insomma il genio surreale del pittore Antonio Ligabue. Padre e figlio hanno lo stesso nome (come nell’Amleto di Shakespeare) e sono fisicamente identici: la missione del sosia di Athos è giungere al centro del labirinto e penetrare la foresta oscura, si chiami essa inconscio, Storia o leggenda. E vale la pena trascrivere qui una riflessione dell’autore: «Il mito è importante ma cerco di non lasciarmi prendere dalle mitologie, e quando faccio un film sono sempre cauto nell’affrontare questo argomento. Tuttavia c’è una frase di Cocteau che apprezzo particolarmente:  ‘Tra mito e Storia io preferisco il mito perché nella Storia si parte dalla verità per arrivare alla menzogna, mentre nel mito si parte dalla menzogna per giungere alla verità’». Confortato da tale opinione, il giovane esploratore scivola alla base del crinale mitologico per ritrovarvi le dicotomie strutturali di Prima della rivoluzione e di Partner - borghese e marxista, materialista e sognatore, poeta e sovversivo – ma sempre uguale a Edipo, cioè viaggiatore giunto al crocevia in cui incontrerà il destino.