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08/09/1996 - 19:00

Palazzetto dello Sport

Sequence d’une vie

“Vorrei far capire che la danza hip-hop, non è soltanto una forma di danza, è un modo di essere, è una cultura, è qualcosa di positivo, è uno stato mentale”. A parlare è Régis Truchy, con Hakim Maïche, Karim Barouche, Ibrahim Dembele e DJ TAL, componente del gruppo francese hip-hop M.B.D.T. Fenomeno che assorbe la musica rap, la danza di strada e i graffiti sul muro, l’hip-hop nasce nei ghetti neri americani negli anni ’70. Fu il rapper DJ Africa Bambaataa a fondare nel Bronx il movimento pacifista Zulu nation, ancor oggi sentito come uno dei fenomeni chiave per lo sviluppo successivo della cultura hip-hop. Negli anni ’80 l’hip-hop approda in Europa come fenomeno sotterraneo. Disconosciuto per anni dalla cultura ufficiale, l’hip-hop nasce come risposta a una realtà di emarginazione, pur tuttavia, dalla prima esplosione del fenomeno ad oggi, assumendo, nelle sue tre espressioni base di musica, danza e graffiti, i contorni di una vera e propria forma d’arte. Ad intuirne negli anni ’90 le potenzialità espressive è stato in Francia il Théâtre Contemporaine de la Danse di Parigi che dal ’91 ha cominciato ad aprire la sua programmazione alla danza hip-hop. Tre anni più tardi la struttura parigina commissiona a una ventina di danzatori provenienti da svariate formazioni francesi di hip-hop uno spettacolo collettivo, “Sobedo, un conte hip-hop”. Accolto con successo al debutto, “Sobedo” è stato poi programmato in numerose città francesi. Quest’anno il Thèâtre Contemporaine de la Danse ha dato un ulteriore impulso alla diffusione della danza di strada, ospitando in aprile “Les rencontres nationales de danses urbaines”. Tra la quarantina di formazioni ospiti, l’organizzazione francese ha scelto alcune compagnie alle quali ha commissionato delle nuove creazioni. Il gruppo If e i già citati M.B.D.T. arrivano a Rovereto con il programma presentato a Parigi in aprile e composto da “Si… reurs, d’un jour” (If), “Sequence d’une vie” (M.B.D.T.) e una breve novità collettiva nota dalla collaborazione delle due formazioni. In “Si… reurs, d’un jour” il gruppo If, fondato nel 1995 da tre danzatori provenienti dalla compagnia Macadam, racconta la storia immaginaria di tre lustrascarpe che vivono in una città inventata, nella quale convivono la Parigi degli anni ’50 e la New York di oggi. “Sèquence d’une vie” ha invece come tema guida il mondo quotidiano dell’hip-hop nelle sue motivazioni sociale e nelle sue sperimentazioni di movimento. Arrivata dagli Stati Uniti sotto il nome di be-boying, meglio conosciuta come break dance, la tecnica della danza di strada si è via via arricchita di ulteriori terminologie e specialità. Se la break dance indica soprattutto le più note esibizioni ancorate al terreno – giri in equilibrio sulla testa, veloci rotazioni in bilico sulla schiena, lo smurt, il voguing, l’hype spostano rispettivamente l’attenzione sulle oscillazioni del bacino, sul movimento meccanico nato su imitazioni delle pose dei manichini Vogue, sull’elaborazione dei passaggi eseguiti in piedi. Dichiara ancora Truchy: “Amo molto i mimi, l’illusione, la magia, fare credere a una persona che il movimento sia complicato, quando è semplice… Controllare il proprio corpo, essere padrone dello spirito… Quando si ama qualcosa di cui si può vivere, waouh!”.