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02/05/2007 - 22:00

Auditorium Melotti

Ryuichi Sakamoto

Ryuichi Sakamoto, concerto

Un autentico artista senza frontiere: non si può definire in altro modo Ryuichi Sakamoto, musicista e compositore capace di spaziare con grande naturalezza dall’elettronica alla bossa nova, dalla musica classica alla dance, alla musica per il cinema. E ogni volta è rintracciabile una personale cifra stilistica che combina voglia di sperimentare e di comunicare. Ciò sin dai tempi della Yellow Magic Orchestra, il gruppo techno-pop formato assieme al bassista Haruomi Hosono e al batterista Yokihiro Takahashi che sul finire degli anni Settanta regala a Sakamoto la prima notorietà, anche al di fuori dei confini del Paese di origine; a quel periodo risale pure  Thousand Knives of Asia, primo album solista del musicista di Nakano. Nel 1983, anno della fine dell’importante esperienza con la Yellow Magic Orchestra, Sakamoto sigla le musiche di Merry Christmas Mr. Lawrence, film di cui è anche co-protagonista assieme a David Bowie: fra i brani concepiti per la colonna sonora del film di Nagisa Oshima spicca  “Forbidden Colours”, impreziosito dalla voce di David Sylvian dei Japan. In seguito si infittiscono le collaborazioni con artisti diversissimi fra loro: da Iggy Pop a Youssou N’Dour, da Brian Wilson a Robbie Robertson, da Arto Lindsay a Robert Wyatt e Caetano Veloso, dal poeta William Burroughs a sperimentatori elettronici come il tedesco Alva Noto e l’austriaco Fennesz, fino al violoncellista brasiliano Jacques Morelenbaum, assieme al quale Sakamoto renderà sentito omaggio ad Antonio Carlos Jobim, uno dei padri della bossa nova. I legami tra Sakamoto e il cinema si saldano, invece, con Wild Palms di Oliver Stone, con Tacchi a spillo di Pedro Almodovar, ma soprattutto con le tre pellicole firmate da Bernardo Bertolucci, L’ultimo imperatore, Il tè nel deserto e Piccolo Buddha. Le musiche de L’ultimo imperatore (composte anche da David Byrne e dal cinese Cong Su) si aggiudicano l’Oscar: le parti che recano il sigillo di Sakamoto rappresentano un efficace punto di incontro fra elementi della tradizione orientale, sinfonica e della più tipica musica da film. La componente sinfonica trova quindi la sua naturale evoluzione nella colonna sonora de Il tè nel deserto: il tema principale del film è un concentrato di gusto melodico e di tensione espressiva e risulta tra le cose migliori concepite da Sakamoto, non solo per il cinema.