Il secondo appuntamento con la danza hip hop del Festival Oriente Occidente 2005 è alquanto singolare. A danzare al Teatro alla Cartiera e nel centro storico di Rovereto il gruppo malgascio Up the Rap. Direttamente dal Madagascar, a testimonianza dello sviluppo ‘a macchia d’olio’ dal Bronx newyorkese all’Europa, da Tokyo all’Africa, del movimento hip hop e della sua progressiva globalizzazione, questo gruppo, che mutua il nome dal Festival Up the Rap (la manifestazione che ha contribuito dal 1990 a diffondere l’hip hop nel paese africano), giunge per la prima volta in Italia con l’ultima creazione Rah? Ay. Tra i pochi danzatori professionisti dell’isola, i membri di Up the Rap sono delle vere star non soltanto nel loro paese: numerose le loro tournée all’estero e le apparizioni in Europa e soprattutto in Francia, paese che li ospita regolarmente dal 2001. Rah? Ay è la loro quarta produzione nata nel 2003. Il titolo significa Quello che ci appartiene e inevitabilmente rimanda alla loro terra e alle loro origini. La cifra stilistica del gruppo fondato nel 1997 dai fratelli Rudi e Angeluc Rehava a Antananarivo si basa su una curiosa contaminazione tra l’hip hop, le danze tradizionali del Madagascar, il jazz e il contemporaneo. Rigorosamente scalzi, “Non si è obbligati – afferma il ventottenne Rudi – a indossare Nike per danzare bene”, e sovente abbigliati con abiti chiari lontani dal look coloratissimo richiesto ai b-boys di strada, i sei danzatori del gruppo scoprono e fanno riaffiorare nella breakdance la loro cultura, a partire dalla danze e dalla musica tradizionale del sud dell’isola, luogo di nascita dei due fondatori. Atletismo e delicatezza si innestano sul temperamento guerriero tipico delle danze maschili africane lasciando fluire un vocabolario gestuale decisamente più artistico che marziale pur essendo marcato da una grande energia. Rah? Ay racconta le loro origini, la loro società, il legame tra ieri e oggi, il proiettarsi verso un futuro sognato senza negare il proprio passato. Le evoluzioni coreografiche di Up the Rap nascono sui canti tradizionali beko e su un collage musicale che Rudi e Angeluc compongono in prima persona coadiuvati dall’arrangiatore Nini ed eseguiti con strumenti tradizionali come la valiha, una sorta di cetra indigena. Immersi nella loro epoca i danzatori di Up the Rap creano in Rah? Ay un condensato di vita malgascia, un universo sensuale che stupisce e diverte. Ma soprattutto innestano sul puro piacere di danzare – che supera di gran lunga le frontiere dell’hip hop – quell’Arte con la A maiuscola che non ha filiazioni con la strada. Eppure in strada i sei danzatori malgasci vogliono ancora andarci. Come vedremo nel corso delle loro esibizioni per le vie del centro di Rovereto. Uno scambio imprescindibile e diretto quello con il pubblico occasionale della strada che incita, sostiene, invita alla sfida e a sprigionare la sorprendente vitalità della loro isola.