Semplicità, umorismo, disciplina fisica: sono queste tre caratteristiche basilari del genere abbracciato dall’americana Second Hand Dance Company. Fondata quasi per gioco nel 1987 ha tre amici conosciuti alla State University of New York di Bringhamton, Greg O’Brien, Paul Gordon e Andy Horowitz, la Second Hand Dance Company, a dispetto del nome che si è scelta (“Di seconda mano”), è un trio professionale il cui stile è stato associato più volte a quello dei Pilobolus. Dal Washington Post al New York Times, la stampa americana ha apprezzato le bizzarre invenzioni acrobatiche di questo trio che, sketch dopo sketch, si diverte a mettere in mostra le potenzialità muscolari del corpo, creando nello spazio comiche forme da cartoon.
D’altronde i tre sono arrivati alla danza secondo percorsi non proprio canonici. Da ragazzino Greg O’Brien praticava il calcio e l’atletica leggera. Andy Horowitz, benché si sia diplomato a Binghamtom in teatro, ha recitato nei film Kung Fu e lavorato come stunt rider. E se il nome della compagnia non corrisponde a una qualità esecutiva trascurata, l’idea della “seconda mano” non è certo estranea al gruppo, visto che Andy cerca i costumi e gli oggetti di scena degli spettacoli dai “trova roba”. Paul Gordon ha passato la gioventù dividendosi tra il tennis e il judo. Aspirando a diventare dottore, durante gli anni del college, si è dedicato alla chimica organica, ma alla fine si è trovato in Alaska a pescare salmone. Meno male che gli studi di danza Paul li ha compiuti nella tradizionale Joffrey Ballet School. La Second Hand Dance si presenta così ed è un approccio che ben si concilia con il timbro scanzonato delle esibizioni del gruppo.
I loro show si compongono di solito di brevi pezzi, molti dei quali accompagnati non da musica registrata, ma dalla voce e dai ritmi battuti dai piedi sul pavimento. “Clackers”, uno dei brani più famosi della compagnia, è una sorta di demenziale danza tribale. Il ritmo percussivo è dato dalla prolunga in legno delle scarpe da tennis con cui i tre percuotono le padelle che portano legate sul fondo schiena. In “Exhibit A” Greg, Andy e Gordon sfoderano invece capriole circensi, giochi di leve e contropesi grazie ai quali i corpi festeggiano con il movimento la possibilità della danza di creare forme sempre nuove. In “Slow Waltz with Dogs”, accompagnato dalla musica, lo sketch è sui gesti del mondo canino, in “Two Many Chefs” la lotta per la supremazia tra i cuochi à giocato a forza di pelare carote giganti. In “Three Man of the Zoo” compaiono immaginari animali a tre teste. Tra i pezzi più suggestivi e più seri del repertorio della Second Hand Dance Company non si può non citare “Moving to Mahler”. I tre si intrecciano in una pagoda umana. Uno sopra l’altro, Greg, Gordon e Andy creano con le braccia e con le gambe simmetriche geometrie, mettendo l’accento sulla potenzialità della ginnastica acrobatica di inventore un caleidoscopio di figurazioni in movimento.
In questi nove anni di vita la compagnia si è esibita in numerose città degli Stati Uniti, in Giappone, in Russia e in Europa, stuzzicando persino la curiosità di alcune compagnie aeree che hanno scelto di proiettare durante i voli gli show del gruppo per interessare i passeggeri.