Esiste un confine certo del Mediterraneo? La domanda è da sempre attuale e le risposte sono molteplici. Tra quelle più suggestive e indagate anche dalla critica recente, la produzione di architetture dai segni e forme “mediterranee”, rintracciabili sia nelle opere dei finnici, come Aalto o Asplund, che in quelle di Le Corbusier o Libera. L’osservatore si ritrova di fronte alla domanda di come, nella costruzione del paesaggio moderno, abbia contribuito – e segua – il mito del Mediterraneo. Tra maestri alpini e mediterranei si snoda un affascinante “filo azzurro” che descrive un itinerario tra architettura e paesaggio di grande suggestione e forza espressiva, alla ricerca di una matrice comune tra storie e geografie differenti.
Iniziativa organizzata in collaborazione con MAG e Università degli studi di Trento, laboratorio Tall.