Pauline Daniels, olandese, è una danzatrice tra le più interessanti del panorama della nuova danza europea. Il suo corpo forte, magnetico, quasi androgino, ha ispirato alcuni tra i massimi coreografi contemporanei, che hanno creato danze appositamente per lei: a misura del suo talento, della sua energia, della sua tecnica rigorosissima, della sua carica espressiva.
Pauline Daniels nasce artisticamente come membro del gruppo olandese di danza moderna Dansproduktie, di cui diventa presto l’interprete di maggior spicco.
Nel ’84 il suo promo spettacolo “assolo”, Profile, ottiene un immenso successo. In seguito la Daniels si stacca da Dansproduktie e realizza la sua seconda produzione “assolo”, NO Fixed Abode, in cui ancora una volta (come per Profile) si avvale della collaborazione di vari coreografi, e per la musica, di quella di Harry de Wit, musicista eccentrico e sperimentatore d’eccezione, noto per le sue collaborazioni con gruppi di danza (tra l’altro è l’autore della “colonne sonore” del complesso olandese di teatro danza Valsbloed).
Il programma di No fixed abode è composto da quattro coreografie e da un film-video firmato da un quinto coreografo, il grande Has Van Manen (che già in Profile aveva creato un balletto per la Daniels).
Mark Tompkins, attivissimo in Francia, e Viola Farber, americane di pura ascendenza cunninghamiana, sono due nomi già celebri nell’ambito della danza contemporanea. Arriva dal Belgio un nome nuovo, l’interessante Marc Vanrunxt, mentre l’autore che chiude la serata, il londinese Matthew Hawkins, è un giovane coreografo legato allo stile stravagante di Michael Clark, esponente di punta della nuova danza britannica, sofisticato “punk” dal look aggressivo.
Quattro coreografie assai diverse tra loro, che raccontano quattro volti di un interprete dal carisma furioso.