“Questo non ha nulla a che vedere con un sogno, se non attingere dal sogno stesso la sua rigorosa illogicità, il suo modo di rappresentare la notte alle menzogne del giorno, una sorta di freschezza che fa scolorire la nostra routine. Esso è inoltre realista nella misura in cui il realismo significa dipingere con esattezza gli intrighi di un universo proprio ad ogni artista e senza il minimo rapporto con quello che generalmente si considera essere realtà. Esso è anche disobbedienza alle regole morte, un omaggio a tutti coloro che vogliono restare liberi”Jean Cocteau
a proposito del film “Il testamento d’Orfeo” 1961
Diretta da Gilles Maheu, uno dei registi più acclamati del teatro contemporaneo canadese, la Compagnia Carbone 14 risiede abitualmente a Montreal. Rivelatosi nel 1982 con la performance L’Homme Rouge, subito salutato dalla critica di Montreal come un piccolo capolavoro, Maheu è l’artefice di un teatro di movimento forte e sensuale, una sorta di teatro “catartico” dove l’attore libera le sue emozioni per ricomporle all’interno di una gestualità poetica e violenta. Sospeso tra il mimo, la danza, il teatro di parola e il video, è un teatro totale dove la scenografia, sempre molto avvolgente, e spettacolare, diventa scrittura drammatica nello spazio.
La critica agli stereotipi dei consumi (Pain Blanc, 1981), denuncia la brutalità fisica e morale (Le Rail, 1983/84), riflessioni sulla rivoluzione (Marat-Sade, 1984) sulle conclusioni tragiche di grandi destini collettivi (Le Titanic, 1985), rimessa in questione del ruolo dell’individuo nel sistema burocratico (Opium, 1987), visione conturbante e frammentata delle ideologie (Hamlet-Machine, 1987), si iscrivono, come metafore viventi, in questa ricerca incessante del divenire umano. Nelle Dortoir, Gilles Maheu è partito da una foto di classe e dai suoi ricordi sul dormitorio del convento di Marieville dove ha vissuto per molti anni.
Frammenti di storie si compongono in un assemblaggio orizzontale. Sono tracce della storia di un’intera generazione esposte all’interno di una struttura narrativa non tradizionale. Nelle Dortoir, una successione di quadri e di istantanee portano alla luce brandelli di vita quotidiana, ricordi di infanzia e di avvenimenti politici e culturali vissuti e sofferti da persone dalla stessa età. Le Dortoir è un teatro d’immagine e movimento che compone, ricompone e sovrappone programmi onirici in un flusso circolare doloroso e affascinante