La panoramica di “nouvelle danse” francese offerta quest’anno dal Festival di Rovereto intende riunire alcune delle facce più recenti di questo fenomeno, azzardando una serie di nomi in gran parte inediti per il pubblico italiano, e spesso di “seconda generazione” rispetto alla prima grande ondata di sperimentazione coreografica esplosa in Francia alla fine degli anni ’70 ( e i massimi esponenti di quella ondata, tre anni fa, furono presentati in un’edizione del Festival tutta dedicata alla Francia).
La selezione ha tenuto conto, più che delle analogie, delle differenze: per tentare di dimostrare la stimolante disomogeneità di questa tendenza e la varietà degli influssi stilistici a cui è stata soggetta.
Jean Gaudin, coreografo già noto al pubblico italiano, è un attore eccentrico: la sua danza “racconta” tra delirio e demistificazione, violenza e comicità, estasi tenebrosa e buffi gesti nervosi, emozioni dolorose e gags dissacranti.