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05/09/1993 - 19:00

Rovereto - Piazza del Grano

I tamburi degli dei

Manipuri Sankirtana, i tamburi degli dei

Nell’edizione 1989 Oriente Occidente aveva ospitato dall’India un singolare “Re Lear” in versione Kathakali. La troupe apparteneva al Kalamandalam, una delle più grandi istituzioni culturali governative del paese. Anche il Sankirtana di Manipuri, ospite quest’anno del festival, è una forma di teatro danza originaria dell’India. Ma, a differenza del Kathakali, è pressochè sconosciuto in Occidente. La sua terra d’origine si trova ai confini orientali del subcontinente indiano, una zona in cui la tradizione preindù dei popoli del Tibet, della Birmania e del Siam è ancora vivissima.
Manipuri significa “terra della gemma”. Il nome, oltre ad essere di per sé significativo della bellezza del territorio, fa riferimento al racconto mitologico del divino re serpente, signore degli inferi, che illuminò la valle, grazie alla luce proveniente del gioiello con cui era ornato il suo cappuccio.
Il Sankirtana è un canto comunitario e devozionale che viene fatto risalire al XV secolo d.C., in concomitanza con l’arrivo delle popolazioni del Bengala in Manipuri. Col passare del tempo al canto si sono aggiunti l’azione scenica danzata e l’accompagnamento musicale eseguito con strumenti a percussione dagli stessi ballerini.
Per la tradizione indiana, sono gli dei gli inventori della danza. Nel Natya Sastra, il testo bimillenario del teatro orientale, si legge che creatore della danza fu Brahama, aiutato da Shiva e Parvati e da Vichnou e Vicvakama. Lo stesso dio Shiva è chiamato Nataraja, re dei danzatori. Sacra quindi per nascita è la danza e sacra ogni attività ad essa connessa. La rappresentazione teatrale è vissuta di conseguenza come “rito”, come “festa” in cui recuperare l’antico contatto con gli dei.
Le danze Manipuri, chiamate “Cholom”, si dividono in due tipi fondamentali: Il “Poong” e il “Kartal”. Nel primo, più acrobatico e conosciuto, i danzatori hanno appesi al collo tamburi a due facce, nel secondo, meno virtuosistico e più misurato, i danzatori, a torso nudo, portano grandi turbanti bianchi e suonano cembali di metallo. La danza in Manipuri non è pantomimica. Dalle descrizioni sembra piuttosto appartenere alla categoria “non imitativa” di cui parla Sachs. Il tema di riferimento, di carattere istico-erotico, tratta dell’amore tra Kridhna, il dio indiano incarnazione di Visnu, e Radha, la pastorella compagna di Krishna.