L’inconfondibile urlo liberatorio del suo sax tenore è stato una delle icone del jazz a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi del decennio successivo, associato prima alla furiosa stagione del free jazz, poi ad una personale fusione fra jazz e ritmi latinoamericani. Prima di allora, Leandro “Gato” Barbieri, nato a Rosario il 28 novembre 1934, aveva vagato alla ricerca di una propria identità espressiva, soggiornando a lungo in Italia. Giunto a Roma nell’ottobre del 1962 assieme alla moglie Michelle, diviene subito il sassofonista più in vista: suo è l’assolo in “Sapore di sale” di Gino Paoli, ma in primo luogo il musicista argentino diventa il punto di riferimento della scena jazzistica della capitale, nell’ambito della quale agiscono, fra gli altri, il trombettista Enrico Rava e il pianista Franco D’Andrea, con i quali suona abitualmente. Favoriti dal vivace clima culturale dell’epoca, inevitabili sono anche i contatti con il mondo del cinema: nel 1963, grazie a Gianni Amico, Gato Barbieri conosce Bernardo Bertolucci ed è quindi presente con due brani (“Walking With G.A” e “Invention for Fabrizio and Gina”) nella colonna sonora di Prima della rivoluzione (negli anni in cui ha vissuto in Italia, Gato Barbieri ha contribuito a diverse altre colonne sonore, tra cui quelle di Una bella grinta di Giuliano Montaldo, con musiche di Piero Umiliani, e di Appunti per un’Orestiade africana di Pasolini). Il sodalizio con Bertolucci si rinnova nel 1972 con Ultimo tango a Parigi: nell’occasione Gato Barbieri scrive appositamente una serie di temi intrisi di sensualità ma anche di struggente, malinconica poesia. Il sassofonista argentino è nel pieno della sua fase latina, avviata l’anno prima da album quali Fenix, Under Fire e El Pampero (l’ultimo dei quali registrato dal vivo al festival di Montreux) e in seguito segnata da Bolivia, Latin America, Hasta Siempre e Viva Emiliano Zapata. Del Gato Barbieri più free restano invece memorabili le collaborazioni con Don Cherry (Complete Communion e Symphony For Improvisers), Giorgio Gaslini (Nuovi sentimenti), Carla Bley (A Genuine Tong Funeral, Escalator Over The Hill) e con la Liberation Music Orchestra di Charlie Haden, oltre ai primi album intestati allo stesso sassofonista, In Search of Mystery e soprattutto The Third World.