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04/04/2006 - 19:00

Auditorium Melotti

Footnote to Howl

Uno dei padri del minimalismo da una parte, un’icona del rock più visionario e trasgressivo dall’altra. A far da collante all’incontro tra Philip Glass e Patti Smith è il comune, grande amore per la poesia di Allen Ginsberg. L’omaggio a colui che è passato alla storia come uno dei profeti della Beat Generation e di tutta la controcultura degli anni Sessanta, è vibrante testimonianza di come musica e poesia si possano incontrare nel segno dell’interazione reciproca. “Era il 1988 quando accettai di partecipare ad una serata a favore del Vietnam Veteran Theater. Nei giorni precedenti accadde che incontrassi Allen Ginsberg nella libreria di St. Mark, a New York, e gli chiesi se avesse voluto esibirsi con me in quell’occasione. Eravamo nella sezione dedicata alla poesia e lui tirò fuori dallo scaffale un suo libro soffermandosi su Wichita Vortex Sutra. Questa poesia, scritta nel 1966, riflette lo spirito del periodo delle dimostrazioni contro la guerra, e mi sembrò particolarmente adeguata alla situazione. Composi così la musica per sottolineare il recitativo di Ginsberg e ci esibimmo insieme allo Schubert Theater, a Broadway. Allen ed io rimanemmo così soddisfatti di questa nostra prima collaborazione che pensammo subito come poterla consolidare. A partire dalla primavera del 1989 invitammo l’artista designer Jerome Sirlin a partecipare ai nostri incontri, che si svolgevano in prevalenza nell’appartamento dell’East Village di Allen: da questi incontri scaturirono varie idee che avrebbero dato vita ad un libretto con una sua coerenza. Jerome cominciò a fare dei disegni che sarebbero stati poi usati per le scenografie. In un secondo tempo si unì a noi la regista e coreografa Ann Carlson, con la quale pensammo alla realizzazione scenica del progetto. Col tempo arrivammo a definire una sceneggiatura comprendente 18 poesie. Poesie che nell’insieme formavano un “ritratto” dell’America dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta. Le poesie di Allen erano delle riflessioni su aspetti sociali: l’opposizione alla guerra, la rivoluzione sessuale, l’uso delle droghe, le filosofie orientali, l’inconsapevolezza ambientale”. […] “Nel combinare i testi e la musica sono partito da due considerazioni. Le parole stesse devono essere rappresentate nella loro essenza: componendo le musiche ho prestato quindi molta attenzione nel rispettare la musicalità delle parole di Allen. E poi c’è l’ambientazione musicale all’interno delle parole. Per la poesia Aunt Rose, per esempio, ho usato un ritmo in 5/8 con l’intento di rappresentare il modo di camminare di chiunque abbia un passo claudicante. Questa è, nel caso specifico, l’unica relazione tra la musica e le parole”. Philip Glass