Originaria dell’Africa nera, Elsa Wolliaston ha conosciuto la danza attraverso le cerimonie e i riti animistici, in Nigeria ha studiato con Badatunji Olantuji, e in seguito Franck Wagner a New York, dove ha anche studiato alla “Joe Price School of Acrobatics” e alla scuola di Merce Cunningham e Jerome Andrews. Grande conoscitrice del repertorio delle danze tradizionali africane. Non ha mai rinnegato la sua cultura: è al tempo stesso contemporanea e africana.
“…L’Africa è impregnata dal ritmo e dalla conoscenza della vita. Come una seconda pelle. Un giorno i contesti cambiano, i riferimenti anche, e allora bisogna cercare di comunicare”. Elsa Wolliaston comunica con il calore dei suoi agilissimi 80 chili le sue radici e i suoi riferimenti culturali. Afferma: “Il vissuto segna il corpo. Non parlo della storia ufficiale, ma di quella che comincia con il nutrimento da neonati fino ad adulti, contrassegnata dai dolori, le sofferenze, gli acciacchi, i piaceri, i successi e il modo di andare avanti, tutto ciò è diverso per ognuno di noi e si traduce nel corpo”.
Riscoprire il corpo significa “prendere coscienza della musica e dello spazio interiore ed esteriore…” e che “la danza è l’arte di essere liberi”.
Compositore e sassofonista, Steve Lacy è nato a New York nel 1934. Esecutore magistrale, è uno dei pochi sassofonisti che suonano soltanto da soprano. Ha iniziato la sua carriera con il jazz tradizionale per passare bruscamente alla musica di Cecil Taylor, pioniere del jazz anni ’50. Ha suonato con Gilles Evans e ha lavorato molto sulla musica di Thelonius Monk. Il quartetto che a diretto all’inizio degli anni ’60 insieme a Rooswelt Rudd comprendeva nel suo repertorio una cinquantina di brani di Monk.
Nel ’65 viene per la prima volta in Europa e incontra Irene Aebi. Nel ’67 si trasferisce definitivamente e comincia la sua attività di compositore facendo contemporaneamente esperienze sul linguaggio, il suono e l’improvvisazione. A Parigi, dove risiede dal ’69, incontra artisti come Antony Braxton, l’Art Ensemble of Chicago, Frank Wright.
Con lui lavorano attualmente: Steve Potts, Iréene Aebi, Bobby Few, Oliver Johnson, Jean Jacques Avenel. Dal 1981 ha cominciato a partecipare in qualità di compositore, ma anche suonando dal vivo, a spettacoli di danza. Con Elsa Wolliaston ha già lavorato in “Futurities”, spettacolo ispirato ad un testo di Robert Creeley sull’amore. Five Colors è il frutto più maturo di questa singolare e fruttuosa collaborazione. Così il critico Lise Brunel parla di Five Colors: una sorta di viaggio interiore giocato sull’emozione e sul rituale attraverso cinque tappe della vita. Un bel lavoro di braccia per Elsa, il senso dell’equilibrio costante, e una bella sonorità di sax soprano per Lacy.