Quando negli anni ’80, sulla scena coreografica canadese e poi internazionale, irruppe la forza iconoclasta e hard chic dei La La La Human Steps di Edouard Lock, è stata lei a incarnare, letteralmente, la straordinaria capacità innovativa del linguaggio fisico del gruppo.
Capelli lunghissimi, giallo stoppa, corpo muscoloso e tiratissimo – un’amazzone più che una silfide - Louise Lecavalier saettava in guizzi orizzontali e si abbatteva contro il partner, pronta a vendicarsi dei soprusi maschili con una fisicità violenta e soffocante, capace di spiazzare continuamente il compagno e noi spettatori con imprevedibili scarti di spazio e di ritmo. Qualcuno rammenterà ancora l'impatto sconvolgente e abbacinante, di questa danza immortalata nei video di David Bowie o nel film di Kathryn Bigelow Strange Days a perfetta espressione di questi tempi schizzati e alienanti, dove i chiaroscuri dei sentimenti lasciano il posto a una brutalità cruda e senza via di scampo.
Ritiratasi nel 1999 dalla compagnia di Lock per concentrarsi sulla sua vita privata (e dare al mondo due bambine) Louise gambe di fuoco ha vissuto questa intimità anche come una specie di palingenesi artistica che le ha consentito di ripresentarsi poi sulla scena per progetti legati alle sue nuove esigenze artistiche ed espressive.
Più esile, con i capelli tornati ad un colore naturale e con una fisicità più attenta al dettaglio minimo, piuttosto che all’antica esplosione energetica, Louise ha iniziato a collaborare con altri importanti autori della scena canadese contemporanea, prediligendo una linea di ricerca maggiormente attenta all’ascolto del corpo e alla forza evocativa della sottrazione delle energie.
Ben lo si vede in "I’ Is Memory, solo arduo e davvero esigentissimo, firmato dal coreografo concettuale Benoît Lachambre, nel quale la Lecavalier arriva addirittura a perdere la propria struttura portante, facendosi solo massa muscolare che si “scioglie” dentro una tuta da jogging che ne amplifica l’incredibile perdita di corporeità, in un gioco di tensioni e dominio del corpo di poderosa forza ipnotica.
A questo si contrappone – presentato qui in prima assoluta - Children, una creazione firmata da Nigel Charnock, il turbinoso metteur en danse e fondatore dei DV8.
Primo step di un nuovo percorso interpretativo per la Lecavalier, questa piéce promette di condensare tutti i temi “feticcio” dell’irrequieto artista britannico, capace di miscelare i diversi idiomi del corpo (voce compresa) per interpretare la propria visione della condizione umana. Ma soprattutto promette di rivelarci un ulteriore aspetto di una delle artiste della danza che hanno maggiormente stimolato l’immaginario collettivo degli ultimi venti anni e che, con grande intelligenza, ha saputo evolversi e innovarsi, mantenendo però quella sua speciale Star Quality che la fece paragonare al suo apparire niente meno che a Nijinsky.
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