Già nel 2005 in occasione della primavera di Beirut è apparso chiaro il ruolo dei nuovi strumenti di informazione per ridare la parola alla gente e alla voglia di cambiamento. Ne è testimonianza la dichiarazione di Samir Kassir (voce libera del giornalismo arabo e messo a tacere per sempre qualche settimana prima): “… con internet questa storia di proibire è finita. Non si può più vietare nulla”.
Oggi a distanza di qualche anno sono i giovani delle città arabe a riprendere e amplificare quel fenomeno, spinti dalla voglia di una vita più dignitosa. A opporsi a loro vecchi regimi che provano a mettere in campo il proprio armamentario, incapace però di fermare, nonostante i molti caduti, l’indignazione e la speranza.
Quello che sta accadendo dall’altra parte del Mediterraneo ha una portata davvero epocale, è la prima rivoluzione del nuovo tempo e per capirla correttamente è necessario abbandonare i nostri tradizionali schemi interpretativi.