Cosa accade quando i conflitti esplodono? E quando i reporter se ne vanno? E quando le armi smettono ufficialmente di sparare anche se poi non lo fanno mai del tutto? I corpi sono sempre solo alla mercè della violenza o è possibile pensare a trasformazioni diverse dai giochi della forza? Riferendosi ai fatti quasi sconosciuti del terrorismo altoatesino qualcuno cominciò a usare il termine “bassa intensità”, a indicare ciò che segue o sostituisce una guerra vera e propria, popolata però anche essa di morti e feriti. Eppure in un mondo che ci viene presentato nella sua forma patinata, le guerre continuano a esistere e a moltiplicarsi sotto i nostri occhi: Siria, Ucraina, Libia, Palestina. Ma possono manifestarsi anche altri modi di agire il conflitto e di trasformarlo? Esistono eccome, anche alla porta di casa, basti pensare all’altra sponda del Mediterraneo o alla quasi europea Ucraina. Giovanni Scotto e Alessandro Grandi ci calano nella drammatica realtà di questi conflitti del terzo millennio per raccontare come sia possibile – seppure difficilmente – operare per la risoluzione di quelli in atto e di quelli passati. Senza dimenticare che trovare strategie affidabili oggi significa anche operare in chiave futura