Oriente OccidenteOriente Occidente Logo
07/09/2014 - 15:00

Rovereto - Giardino della danza

Corpo di mafia. Il conflitto italiano

Giovanni Impastato

Giovanni Impastato

Modera l’incontro Pierangelo Giovanetti.


Sono passati oltre trent’anni dalla morte di Peppino Impastato, simbolo di una coscienza civile forte che non ha temuto di levare la voce contro l’illegalità nella sua terra: la Sicilia. Tragicamente Impastato è anche il simbolo di come le voci vengano spente nei corpi. Corpi che segnano i capitoli di una “guerra” che dura da decenni e ha tra le più drammatiche conseguenze la divisione di un Paese tra chi può liberamente aspirare a un futuro di libertà e realizzazione e chi no perché non ne esistono le condizioni di sicurezza e legalità. In questa battaglia sono impegnati enti e istituzioni dello Stato e anche molte, moltissime persone comuni. Giovanni Impastato ha raccolto l’eredità del fratello come impegno quotidiano contro la criminalità, ci racconta la Sicilia e il conflitto italiano per eccellenza: quello che vede protagonista la mafia

Giovanni Impastato da trentacinque anni si è assunto il compito di difendere la memoria del fratello Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, ereditandone assieme alla madre Felicia, scomparsa nel 2004, e agli amici più cari, l’impegno di lotta contro il potere della criminalità organizzata e le sue implicazioni, affrancandosi dalle proprie radici legate a una famiglia di origine mafiosa. Ha denunciato con coraggio quanto è accaduto a Peppino, riabilitandone la memoria e ottenendo giustizia. Oggi continua il suo impegno di testimonianza diretta per sensibilizzare le nuove generazioni portando il fratello e la madre a esempi di vite spese per il rinnovamento della società attraverso un impegno di denuncia e di lotta alla mafia.