Modera l’incontro Pierangelo Giovanetti.
Sono passati oltre trent’anni dalla morte di Peppino Impastato, simbolo di una coscienza civile forte che non ha temuto di levare la voce contro l’illegalità nella sua terra: la Sicilia. Tragicamente Impastato è anche il simbolo di come le voci vengano spente nei corpi. Corpi che segnano i capitoli di una “guerra” che dura da decenni e ha tra le più drammatiche conseguenze la divisione di un Paese tra chi può liberamente aspirare a un futuro di libertà e realizzazione e chi no perché non ne esistono le condizioni di sicurezza e legalità. In questa battaglia sono impegnati enti e istituzioni dello Stato e anche molte, moltissime persone comuni. Giovanni Impastato ha raccolto l’eredità del fratello come impegno quotidiano contro la criminalità, ci racconta la Sicilia e il conflitto italiano per eccellenza: quello che vede protagonista la mafia