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Auditorium Melotti

UTOPÍA, EL PROCESO ETERNO

Patricia Guerrero, UTOPÍA, EL PROCESO ETERNO | ph Sarah Melchiori

ANTEPRIMA DELLA NUOVA PRODUZIONE 

Considerata la nuova star del flamenco,  la non ancora trentenne Patricia Guerrero  ha conquistato i palcoscenici europei con  il carisma del suo baile in cui distilla maturità interpretativa e sorprendente virtuosismo. Vincitrice dell’ultima Biennale di Flamenco di Siviglia 2016 con Catedral, Guerrero  è figlia d’arte e bailaora prodigio. Nata a Granada  nel 1990, inizia a studiare danza a tre anni con la madre Carmen, insegnante di flamenco. A otto anni la sua prima esibizione sul palcoscenico, a diciassette il suo primo premio: El Desplante, al Festival de Cante de las Minas (La Uníon). Appena ventenne viene scelta dal regista Carlos Saura come solista per lo show televisivo Flamenco Today e a ruota per il film Flamenco, Flamenco, poi Rubén Olmo la invita ad unirsi come Prima ballerina al Ballet Flamenco de Andalucía, la compagnia-emblema della cultura andalusa. Guerrero danza con l’ensemble e parallelamente dà vita a suoi progetti artistici: nascono gli assoli Desde el Albayzin, Latidos del agua e Touché per la compagnia che porta il suo nome. Sempre più sulla cresta dell’onda tra il 2012 e il 2016 vince due Premi Giraldillo, il massimo riconoscimento in ambito flamenco: il primo, come ‘artista rivelazione’; il secondo, per Catedral, ‘miglior produzione’ 2016 ottenendo parallelamente anche la nomination come miglior interprete. Ora, per la prossima Biennale di Flamenco, programmata a settembre a Siviglia, è atteso il nuovissimo Distopía di cui Oriente Occidente presenta l’anteprima mondiale. Per la seconda volta, come in Catedral, si affida alle mani sapienti del regista Juan Dolores Caballero per impostare il nuovo lavoro.  Gli ingredienti sono una solida drammaturgia, la tradizione flamenca, ‘tradita’ però con qualche elemento di novità come il canto lirico e le percussioni in aggiunta alla tradizionale chitarra, la danza neoclassica oltre al baile.  Il titolo? Distopía, un chiaro rimando all’immagine agognata di una società perfetta di cui si può coglierne al contrario l’imperfezione, l’alienazione e il dolore. Liberamente ispirata dalla magniloquente tela di Hieronymus Bosch Il Giardino delle delizie, Guerrero ne trasla alcune scene dello spettacolo. E non vi è dubbio che anche in questa produzione Guerrero instillerà il suo tratto distintivo: la forza esplosiva della ribellione, della sfida all’armonia, portando alla luce la violenza nascosta, la silente reazione al dolore della nostra società sui diversi compás del flamenco.

patricia-guerrero.es

Acción Cultural Española (AC/E) sostiene la partecipazione al Festival Oriente Occidente 2018 della compagnia spagnola Compañia Patricia Guerrero attraverso il Programma per l'Internazionalizzazione della Cultura Spagnola (PICE), nell'ambito di Mobility grant

Direzione artistica e Coreografia Patricia Guerrero
Direzione Juan Dolores Caballero
Direzione musciale e Compositore Dani de Morón
Musiche Dani de Morón (chitarra flamenca / flamenco guitar), José Manuel Posada “Popo” (contrabbasso / bass), Agustín Diassera (percussioni / percussion)
Luci Ada Bonadei
Suono Rafael Pipió, Ángel Olalla
Danzatori Patricia Guerrero, Ángel Fariña, Rodrigo García Castillo
Cantanti Sergio “El Colorao” (flamenco), Alicia Naranjo (liric)
Produzione José Manuel Navarro, María Gutiérrez
Direttore alla produzione Guiomar Fernández Troncoso
Produced by Compañía Patricia Guerrero – Endirecto FT S.L.
Coprodotto da Bienal de Flamenco de Sevilla
Collaborazione Festival de Cante Jondo Antonio Mairena
Distribuzione Endirecto FT S.L.
Con il supporto di INAEM – Ministero de Educación Cultura y Deporte de España
Durata 90’