Sintetizzare danza e architettura. Trasformare lo spazio urbano attraverso il movimento. Rendere l’arte democratica. Sono i punti fermi della compagnia catalana di danza verticale Delrevés. Nata nel 2007 per volontà di Saioa Fernández e Eduardo Torres, Delrevés si è costruita in un decennio una solida carriera internazionale, merito della capacità dei fondatori di amalgamare negli spettacoli differenti discipline artistiche: teatro, danza contemporanea e aerea, hip hop, ma anche nuove tecnologie e persino le scarpette da punta.
Come accade nel site specific ospitato a Oriente Occidente in cui riadattano per lo spazio della Manifattura Tabacchi – in fase di riqualificazione urbanistica – la loro ultima creazione Uno. Qui tre interpreti provano a portare il balletto classico fuori contesto. Il pubblico riconoscerà alcune celeberrime variazioni classiche – dal Lago dei cigni, Lo Schiaccianoci e Giselle –, inserite in un nuovo contesto. Lo scopo? Indagare il concetto di equilibrio. E cosa di più indicato di una scarpetta da punta, metafora dell’instabilità e della difficoltà di trovare un nuovo balance al corpo? Ma qui tutto si amplifica. Alla necessità di stabilire un equilibrio fisico in assenza di gravità e in rapporto a una parete verticale si aggiunge l’indagine del tema del controllo psichico, il senso di appartenenza nella nostra società, la moderazione relazionale con gli altri. “Incroci sempre qualcuno per caso – spiegano gli autori -. Qualcuno che va e viene, che spinge o si trattiene e che passando ti lascia intravedere un frammento della sua storia”.
È dunque possibile fuggire agli sguardi altrui? Scappare da nuovi incontri? Se lo chiedono i tre interpreti di Uno sospesi in aria, nella loro ricerca di equilibrio fisico e psichico eppur seguiti da sguardi indiscreti e lontani.