Tutti ricorderanno Emio Greco nell’interpretazione dirompente e in solitaria del Boléro di Ravel. Fu una ‘rivelazione’ a Oriente Occidente 2002, la prima apparizione italiana del coreografo e danzatore brindisino dopo la lunga fuga artistica in Olanda. Oggi quel pezzo che ha così profondamente segnato la sua carriera torna in scena, rivisitato e riscritto per nove danzatori del Ballet National de Marseille che Emio Greco dirige in tandem con Pieter C. Scholten dal settembre 2014. Si rinnova dunque quel meraviglioso ‘scontro’ tra corpi e musica, tra il ritmo percussivo - che potrebbe sembrare schiacciante – del Boléro e i danzatori, i cui corpi sono casse di risonanza di un battito di cui vorrebbero liberarsi. Musica dunque come simbolo di lotta interiore che riflette la dualità di ciascuno. Imprescindibile la presenza di Emio Greco nel pezzo, mentore del processo di rivolta del gruppo.
Precede questo lavoro collettivo il duetto Two, altra esemplificazione della ricerca artistica di Greco e Scholten incentrata sin dalla metà degli anni Novanta sul tema del doppio. Già con Extra Dry, duetto creato nel 1999, due danzatori interpretavano un solo raddoppiato. Ora con Two il tema si riflette a tutti i livelli. Un duo che è duello, gioco sospeso tra maschile e femminile, riverbero di gesti da un corpo all’altro. Non c’è dialogo tra i due danzatori in scena, solo un effetto di mimetismo che nega la comprensione di chi il gesto lo ha lanciato rispetto a chi lo ha subito. Gemelli siamesi prigionieri dei loro legami fisici e spirituali. La partitura coreografica è sospesa tra i cedimenti al vocabolario classico e una struttura postmoderna alla ricerca dell’eterna utopia (junghiana) della sincronicità.