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06/09/2001 - 19:00

Rovereto - ex Stazione Autocorriere

Troie ou Les Aventuriers de la Cité Perdue

Eric Stieffatre, Troie ou Les Aventuriers de la Cité Perdue

 Il nuovo circo è il fenomeno del giorno, che dalla Francia e dai paesi francofoni dilaga nei festival europei. Non più costruito a numeri singoli, ma “messo in forma” teatrale e danzata, con una sua drammaturgia capace di legare le varie componenti, dall’acrobazia alle prodezze dei giocolieri agli scherzi dei clown, il circo del 2000 sta reinventando se stesso e, insieme, regalando al teatro e alla danza, che ne hanno gran bisogno, materia fresca su cui lavorare. Del resto proprio al circo si ispirò il padre nobile di queste innovazioni a venire, Jean Cocteau, quando inventava l’epocale “Parade” per i Ballets Russes nel 1917, complice la geniale triade Satie, Picasso e Massine. Da allora proprio la Francia, dove tutte le avanguardie e tutti gli “ismi” sposarono lo spettacolo popolare, la Francia ancora e sempre tanto amante del teatro di strada, del varieté, del cabaret, e i paesi francofoni come il Québec, hanno rinverdito il piacere del circo tradizionale- un misto di rischio, abilità, perfezione mozzafiato, commedia, narrazione- con impaginazioni “altre”, fresche, inventive, da Zingaro con i suoi cavalli, al Cirque Plume al Cirque du Soleil, per citare solo i più noti. Ma molta importanza, nella fioritura del nuovo circo, ha avuto anche la scelta dell’Ecole Nationale des Arts du Cirque di Chalons di affidare, per iniziativa di Bernard Turin, ogni anno lo spettacolo dei diplomati a coreografi scelti della danza contemporanea francese, da Josef Nadj, che ha iniziato nel 1995 con il suo kafkiano “Le cri du camaleon”, a François Verret, a Héla Fattoumi e Eric Lamoureux, a Francesca Lattuada, quest’anno. Tendone, pista, teatro, capannoni e vecchie fabbriche: un luogo vale l’altro per queste variegate forme di fascinosa “arte dell’intrattenimento” e della meraviglia, che sanno “trasformare la polvere in oro”, come scriveva Jean Genet. Il Cirque Baroque di Christian Taguet, capo-comico poliedrico, che vanta un buon retroterra teatrale, che ha insegnato chitarra ed è poi diventato acrobata, da autodidatta, nasce dall’esperienza della compagnia da lui stesso creata nel 1973, Le Puits aux Images, che ha poi assunto il nome attuale, nel 1987. L’intenzione di Taguet nel definire la sua troupe, appunto, Cirque Baroque, è quella di “conservare l’essenza tradizionale del circo attraverso la difficoltà degli esercizi, rinnovandone però l’immaginario e i codici”. Per dar corpo a questo ambizioso progetto ha messo mano a suggestioni d’oriente come per “Ningen” da Yukio Mishima e a una rilettura dei miti fondatori della cultura occidentale, da “Candides” a “Frankenstein”, passando per “Troie ou les aventuriers de la cité perdue”, il titolo con cui si presenta a Rovereto, un festival che non è nuovo alle arti circensi: basta ricordare le evoluzioni aeree degli australiani di Strange Fruit nel 1999. L’”Iliade” di Omero è una delle fonti privilegiate, quella leggendaria, di “Troie ou les aventuriers de la cité perdue”, a cui si aggiungono le riscritture-avatar di Racine, Giraudoux, Offenbach. Un’altra sorgente di ispirazione è quella dei cercatori di tesori perduti, scienziati o ciarlatani, archeologi mitici come Heinrich Schliemann o impostori con le loro mappe fasulle. Il passaggio da Omero all’oggi è suggerito dalla mutevolezza delle scenografie-proiezioni, che prendono vita come su una carta immaginaria dove si disegnano colline, uomini, cavalli- tra cui appunto quello-trappola passato in proverbio che fece cadere la città in mano al nemico- avventurieri, sognatori e fantasmi del passato. La guerra, l’amore, la morte, l’invidia, il sacrificio, il desiderio sono i temi che fanno entrare in risonanza, con un nuovo ritmo di racconto non più lineare, ma per sovrapposizioni, la plasticità statuario-eroica del mondo greco antico e l’immaterialità elettronica di quello contemporaneo. Scena e costumi sono di Enzo Iorio, napoletano, già danzatore con la compagnia ‘86 di Marianna Troise. Un valido contributo mediterraneo a questa fiction senza tempo e senza età.  


A la recherche de la citée perdue…
Les Aventuriers de la Troie perdue…
A la recherche des Troie perdues…
Troja Jones…
Trois fois Troie…
Troie Troie Troie…
L’Ilion du Trésor…
Embrasse moi Ilios…
Embrase toi Ilios…
A tu et à Troie…
De Troie à Hissarlik…
La guerre de Troie continue… 
   
Alla ricerca della città perduta…
Gli avventurieri della Troia perduta…
Alla ricerca della Troia perduta…
Troia Jones…
Tre volte Troia…
Troia Troia Troia…
L’Ilio del Tesoro…
Abbracciami, Ilio…
Infuocati, Ilio…
A te e a Troia…
Da Troia a Hissarlik…
La guerra di Troia continua…  


Cirque Baroque di Christian Taguet

Concezione e scenografia di Christian Taguet
Regia di Agustin Letelier
Coreografia e assistenza alla regia di Eric Stieffatre
Scenografia e costumi di Enzo Iorio
Realizzazione costumi Olga Papp, Emile Bonheur, Céline Freon Creazione luci di Jean-Marie Prouveze Scenografia video di Poppe Productions
Concezione video Patricio Luengo
Realizzazione video di Delphine De Morant
Direzione musicale di François Morel
Musiche originali di “Le Groupe Baroque” Antoine Gatta, batteria Thierry Joutard, chitarra, sax e voce François Morel, pianoforte
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Laure Monot, voce Andrès Perez Ramirez, sax Benoît Taguet, sax alto
Concezione suono Jean-Pierre Legrand e Ivan Roussel
Consulente tecnica acrobatica Thierry Suty
Consulenza tecnica pertiche cinesi Aurélis Lorenzi Con Arias Michel, Boularand Cédric, Dietrich Anja, Dupuis Céline, Gatta Anthony, Javaudin Yannick, Joutard Thierry, Lima Solange, Monot Laure, Morel François,Nunez Alejandro, Muller Roman, Perez Ramirez Andrés, Probst Barbara, Taguet Benoit, Yamauchi Akémi Fotografia di Dominique Colin Grafica di Deutsch
Direzione tecnica di Jérôme Bouffandeau
Assistito da Matthieu Bertault e Benoît Mollard
Amministrazione di Françoise Bouyer
Assistita da Virginie Ple Contabilità di Frédéric Lorget