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08/09/1999 - 19:00

Rovereto - Teatro ex Ati

Trionfo Anonimo

Alessandro Berti e Michela Lucenti - L'Impasto, Trionfo anonimo

Formazione giovanissima, nata a Bologna nel 1995, L’Impasto deriva il suo nome dalla tensione a un linguaggio scenico di fusione di danza, canto e recitazione. Non a caso i due fondatori, Alessandro Berti, drammaturgo e regista, e Michela Lucenti, danzatrice e coreografa, impostano la loro ricerca su un amalgama delle loro esperienze, lavorando alla messa a punto di una scrittura teatrale in cui il gesto del corpo si sposa alla voce in rispondenza dell’impianto drammatico dell’opera. I loro spettacoli nascono dalla voglia di raccontare delle storie che parlano di lotte tra generazioni, percorsi di crescita, realtà sociali di oggi e di ieri, storie spesso consumate in stravaganti “famiglie” vernacolari. La tecnica di composizione del gruppo parte dalla scelta di un tema e dalla successiva scrittura da parte di Berti dei testi e dei canti degli spettacoli. A questa prima fase di lavoro segue la creazione coreografica-vocale della Lucenti, impostata sulla ricerca di una tecnica di scrittura fisica per emissione vocale. Il training è finalizzato a un linguaggio in cui movimento e canto siano in compelta fusione. La Lucenti lavora per fissare uno stile di danza che permetta all’interprete di ballare cantando. Il tutto vuole un controllo rigoroso sul diaframma in rapporto costante con lo sviluppo del movimento. Dopo il lavoro di esordio intitolato Occidentite (‘95), il gruppo crea nel ‘96 l’acido Skankrèr o la famiglia dell’artista, storia agro-dolce sul destino di un “balarino” cresciuto in Padania, in cui Michela Lucenti tratteggiava con grottesca energia il profilo di una madre pronta a riversare sul proprio figlio le proprie ansie frustrate di realizzazione. Skankrèr fa parte della fortunata Trilogia del Balarino, completata da Home Balòm e Pamphlet. Dopo aver creato nella scorsa stagione il riflessivo Il mondo dei figli, concentrato ancora sui contrasti generazionali, L’Impasto coproduce con il festival il nuovo Trionfo Anonimo. Lo spettacolo riprende, per svilupparlo e completarlo, un breve studio dallo stesso titolo presentato con successo a Ravenna nel ‘97. Spiegano i due autori: “In quella prima versione assistevamo ai pianti disperati di una ragazzina del ricco nord del mondo, che si rivolgeva a Dio in preda alla fatica del passaggio dalla adolescenza alla maturità. In una “coreografia della fatica” vedevamo quel corpo giovane agitarsi nel vuoto di un grande palco contro i propri fantasmi. Il canto si mischiava alle lacrime, alle lagne di invocazione, alla rabbia dell’impotenza”. Il nuovo lavoro deve a quello studio solo il titolo e parte dei canti. Si concentra sull’energia fisica espressa con il canto e il movimento dal gruppo: un’energia trionfante e anonima perché “legata a una pura corporeità emotiva e a una fisicità primordiale che non si appoggia quindi a nomi e categorie”.

Opera per corpi e voci di Alessandro Berti e Michela Lucenti
Regia di Alessandro Berti
Scrittura fisica di Michela Lucenti
Canti scritti e diretti da Alessandro Berti con la collaborazione di Michela Lucenti
Immagini di Aghe
Tecnico di famiglia Maio Berti
Con Amina Amici, Aldo Augieri, Evelin Bandelli, Alessandro Berti, Silvia Cattoi, Michela Lucenti, Salvietta Mercuriali, Francesco Montanari, Matthias Reuter