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10/09/1992 - 19:00

Rovereto - Teatro Zandonai

Tanguéros

Alejando Aquino, Carlos Borquez e Luis Pereyra, Tangueros

Danza di contaminazione, sensuale e nostalgica, il tango appartiene a Buenos Aires. Sul finire del secolo scorso, la città portuale, divenuta capitale dell’Argentina nel 1880, accoglie gli esordi del tango nei quartieri popolari dell’Orilla. Questi sobborghi sono la culla di una popolazione di origine mista in cui si incrociano caratteri appartenenti a diverse razze e culture.
Una duplice immigrazione estera e autoctona caratterizza infatti la Buenos Aires di quell’epoca. Patria degli immigrati diventa l’Orilla, luogo emarginato in cui, accanto agli argentini accorsi in città in cerca di fortuna abitano spagnoli, italiani, ebrei, arabi mussulmani e cristiani. Questo popolo, reietto dal resto della città, e costretto spesso a vivere in condizioni miserabili, si organizza secondo leggi sue proprie, si crea un linguaggio e sviluppa la sua forma di cultura, determinata dalla configurazione sociale che lo contraddistingue.
Scrive Jorge Luis Borges: “I miei informatori avevano ragione su un fatto: il tango nacque nei bordelli”. Tra mezzani, prostitute e gauchos, prende forma questa danza in cui si esprime una sensualità che non ha mezzi termini. Accompagnato nei bassifondi dal bandonéon, dal violino e dalla chitarra e nei saloni dal piano, dal flauto e dal violino, il primo tango prende spunto dal mondo della prostituzione. La danza è una sfida di carattere sessuale, che rimanda spesso a una lotta all'ultimo sangue tra due contendenti, testi alla conquista di una stessa donna. Da un punto di vista musicale, la genealogia del tango è complessa e non certo sicura. Un'antecedente viene individuato nell’Habanera cubana, il cui ritmo di base si ritrova nella “Milonga” delle piane della pampa di cui ci sono esempi all’inizio del XIX secolo. Lo stesso ritmo compare tuttavia nella stessa epoca anche nei canti e danze “Condombe” dei negri abitanti sulle rive del Rio de la Plata.
Con la legge del Suffragio universale del 1912 le classi basse dell’Orilla acquistano una diversa rispettabilità e la loro cultura inizia ad essere considerata. Il tango lascia così i bassifondi e si ammorbidisce per conquistare nuove classi sociali. A Parigi diventa popolarissimo. Chiusi i bordelli nel ’19, il tango viene danzato nei cabaret e nei caffè continuando il suo processo di trasformazione. Il tango ha successo fino al 1930, anno in cui il popolo perde nuovamente diritto di voto e la sua cultura viene messa a tacere. Per riacquistare una certa libertà bisogna attendere la fine del decennio. Tra il 1940 e il 1955 il tango risorge nuovamente, ma con nuove caratteristiche: cantanti e ballerini non appartengono più ai sobborghi della città e il tango, divenuto nostalgico, è evocazione emozionale del passato. A partire da questi anni musicisti come Salgan e Piazzolla iniziano a interessarsi al tango, contribuendo a promuovere la trasformazione in un fenomeno popolare-colto. Negli anni ’70 il processo di rinnovamento è compiuto.
Il tango originario rioplatano ricompare a livello internazionale negli anni ’80, soprattutto grazie alla produzione di due spettacoli: il balletto “Tango” d’Oscar Araiz e “Tango Argentino” di Claudio Segovia e Héctor Orezzoli. Presentata a Parigi al Festival d’Automne del 1983, la Compagnia di Tango Argentino ottiene un successo strepitoso. Il tango popolare rivive nella produzione di Segovia e Orezzoli attraverso il susseguirsi di quadri coreografici, in cui la danza di coppia riacquista quella verve e passionalità appartenente alle sue origini.
“Tanguéros” è uno spettacolo realizzato per gli Incontri Internazionali di Rovereto, in cui si esibiranno alcuni dei migliori danzatori della Compagnia di Segovia e Orezzoli: Alejandro Aquino e Mariachiara Michieli, Carlos Borquez e Inés, Luis Pereyra e Norma. Insieme a loro i musicisti di Sexteto Tango, celebre formazione nata nel 1968 e esibitasi in Europa soltanto una volta, nel 1984
Alejandro Aquino, ballerino solista del Teatro Colòn di Buenos Aires, ha danzato per anni negli spettacoli dell’orchestra di Osvaldo Pugliese. Nel 1989 ha firmato “Mas Tango”, lavoro presentato sia in America del Sud che in Europa. Fa parte della Compagnia di Segovia e Orezzoli dal 1990. Con Aquino danza Mariachiara Michieli, ballerina formatasi nelle famose “milongas” di Buenos Aires. La coppia è riconosciuta come una delle migliori giovani formazioni di tango. Carlos Borquez e Inés, insieme da molti anni, hanno danzato con la compagnia di Mariano Mores e vantano un passato di “milongueros”. Fanno parte di “Tango argentino” dal 1987.
Norma e Luis Pereyra, in coppia stabile da tempo, sono stati primi ballerini nel gruppo di Juan Carlos Copes, per entrare nella Compagnia di Segovia e Orezzoli nel 1988.
Il Sexteto Tango è capitanato da Osvaldo Ruggero, Emilio Balcarce e Oscar Herrero, musicisti nati intorno agli anni ’20. Il gruppo è stato protagonista di numerose tournées ed ha all’attivo molte incisioni discografiche. Per “Tanguéros” Sexteto Tango ha composto undici arrangiamenti originali che si uniscono ai temi tipici del loro repertorio.
 

Danzatori Alejandro Aquino e Mariachiara, Carlos Borquez e Inés, Luis Pereyra e Norma
Musicisti del Sexteto Tango, Osvaldo Ruggero (bandoneòn), Alejandro Zarate (bandoneòn), Emilio Balcarce (violino), Oscar Herrero (violino), Alcides Rossi (contrabbasso), Leonardo Fernandez (pianoforte)
Coreografie dei danzatori
Coreografie di gruppo di Alejandro Aquino
Direzione musicale e arrangiamenti di Emilio Balcarce
Luci di Alessandro Beltrame
Direzione artistica di Alejandro Aquino e Mariachiara Michieli
Produzione di Aristocràcia Arrabalera per il Festival Oriente Occidente
Coordinamento generale di Marco Castellani