«Tutti guardiamo alla Grecia e ciascuno la sente sua. Ma essa non è di tutti. La Grecia non è tutta sul mare come invece molti se la immaginano: anch’essa ha le montagne e la neve. (...) Il destino del Mediterraneo si è spesso identificato con quello della Grecia.»
Predrag Matvejevic, Breviario Mediterraneo
Questa nuova energica versione di Romeo and Juliet si basa prevalentemente sulle musiche omonime di Prokofviev: vi ritroviamo i brani più noti e musicalmente più emblematici. Dunque, si tratta senz’altro di un lavoro dalle forti tinte espressive, dagli estremi contrasti fra i corpi, e dalle rincorse audaci tra i segni. Su tutto, una spedita e sorprendente continuità del movimento sulla musica che stupisce per la bellezza inventiva e la ricchezza dell’insieme, soprattutto nella cura delle catene di intrecci dei gruppi, e per di più, il tutto quasi in una totale assenza di décor. L’estrema fisicità richiesta agli interpreti non lascia spazio alcuno all’idillio o al sogno, anzi, qui le relazioni sembrano primarie, i contatti veloci, l’amore e la morte assolutamente scambiabili, ugualmente irreversibili. La storia più famosa del mondo non viene dipanata nella sua continuità narrativa, e anche i personaggi non sono accolti in una gerarchia interpretativa riconoscibile e inseguibile dallo sguardo. Qui tutto avviene orizzontalmente, come già nella versione di Mauro Bigonzetti per Aterballetto e gli interventi visivi di Fabrizio Plessi. Anche per Foniadakis, la contemporaneità sembra non avere più tempo, né spazio, da concedere al ritorno dell’antico, se non attraverso le forme del cut’n’mix o del puzzle, che ognuno deve poi saper ricostruire a seconda del proprio genio. Così, nelle parole dello stesso coreografo, è possibile sprofondare nella sintesi migliore di questo lavoro: «Nell’utilizzo di molti e diversi stili di movimento, da figure neoclassiche al burlesque, dalle danze di cabaret alla lotta greco-romana, e cambiando continuamente le sezioni di danza contemporanea, questa versione di Romeo and Juliet diventa un lavoro meno astratto e più un continuo gioco emozionale in cui i corpi si producono in una generosa presenza estremamente virtuosisitica».
Il danzatore e coreografo Andonis Foniadakis è cresciuto a Ierapetra, una piccola città nel sud dell’isola di Creta. Ha iniziato a danzare con Niki Papadaki nella scuola locale della sua città; nel 1990-1992 si trasferisce alla Scuola Statale di danza ad Atene, e riceve la prestigiosa Maria Callas scholarship per continuare gli studi presso il Rudra Béjart Lausanne in Svizzera, dove rimane fino al 1994. Dopo numerose esperienze e importanti collaborazioni nel 2003 fonda la sua compagnia, Apotosoma Dance Company, con sede a Lione in Francia.
www.foniadakis.net