Questo buio feroce si fonda sull’incapacità di comunicazione che segrega ogni individuo nella sua solitudine. Corpi senza identità attraversano uno spazio bianco al ritmo di un battito cardiaco, avvolti in un raggio di luce. Palpitanti di vita, si perdono nel silenzio. Presentato in prima internazionale al festival di Locarno nell’agosto del 2009, all’interno della retrospettiva dedicata dal festival all’opera cinematografica di Delbono, Questo buio feroce celebra la luce che segue le tenebre.
Pippo Delbono, autore, attore, regista, nasce a Varazze nel 1959. Negli anni ’80 inizia gli studi di arte drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito all’incontro con Pepe Robledo, un attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre (formazione teatrale attiva in Sud America negli anni ’70 che utilizzava la creazione collettiva come mezzo di espressione e di denuncia della dittatura in Argentina). Insieme si trasferiscono in Danimarca e si uniscono al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell’Odin Teatret e per Delbono inizia un percorso alternativo alla ricerca di un nuovo linguaggio teatrale. Delbono si dedica allo studio dei principi del teatro orientale che approfondisce nei successivi soggiorni in India, Cina, Bali, dove fulcro centrale è un lavoro minuzioso e rigoroso dell’attore sul corpo e la voce. Nel 1987 crea il suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini e nello stesso anno incontra Pina Bausch che lo invita a partecipare a uno dei lavori del suo Wuppertaler Tanztheater. Questa straordinaria occasione segna una tappa fondamentale nel percorso artistico del regista. Gli spettacoli di Delbono non sono allestimenti di testi teatrali ma creazioni totali, gli attori sono parte di un nucleo che si mantiene e cresce nel tempo. Già nella prima opera si definiscono i tratti di un lessico teatrale unico che rappresenta la peculiarità di tutte le creazioni seguenti.