In quest’Italia di città ci siamo forse dimenticati delle regioni. Di questi territori fisici di montagne, colline, piane, linee aspre e dolci, avvolgenti, dove le lingue si impastano le une con le altre, e gli orizzonti non son fatti di muri ma di terra, alberi, acqua, di personaggi unici e di storie che scivolano di qua e di là lungo i corsi dei fiumi o che rimbalzano contro la luna. E gli scrittori che queste storie raccontano, si ritrovano accomunati da qualcosa di più profondo di semplici regole estetiche o periodi storici. Uno di questi territori è la Pianura Padana e i suoi “margini” che scivolano nell’acqua salata o salgono verso l’aria fresca dell’Appennino… Ed Ermanno Cavazzoni non è solo uno di quegli scrittori che sa renderci tutto questo in un modo unico, che lo rappresenta, ma è anche un punto di riferimento e un osservatore privilegiato di quella che si rivela sempre più un’esperienza importante della letteratura italiana.
Il Mare d’inverno è parte di un progetto intitolato Formato ridotto. Libere riscritture del cinema amatoriale. Un film collettivo che segna l’incontro tra Home Movies e un gruppo di scrittori. Enrico Brizzi, Ermanno Cavazzoni, Emidio Clementi, Ugo Cornia e Wu Ming 2 che hanno elaborato dei testi originali trovando nelle immagini dell’Archivio Nazionale del Film di Famiglia l’occasione di sperimentare nuove tecniche narrative. Il mare d’inverno è uno dei cinque episodi che compongono l’opera e che di volta in volta si muovono tra saggio, racconto, cronaca e divagazione accomunati da una matrice comune: il variegato universo emiliano-romagnolo.