Un coreografo di fama internazionale di origine tibetana, attivo in Cina, Sang Jijia, e una delle compagnie indipendenti di danza contemporanea più prolifiche del panorama italiano con sede a Roma. Apparentemente niente di più distante se non fosse che un progetto speciale promosso da Fabbrica Europa e da diversi partner internazionali li ha uniti.
E con successo. Dall’inedito binomio è nato lo spettacolo PA|ETHOS per nove interpreti di Spellbound Contemporary Ballet, fondato nel 1994 da Mauro Astolfi, direttore e coreografo di riferimento dell’ensemble.
Un lavoro PA|ETHOS che coniuga magistralmente l’Oriente e l’Occidente a partire da spunti tratti dalla Retorica di Aristotele. Noto è che il sommo filosofo greco nel delineare le caratteristiche del retore indispensabili alla convinzione del pubblico introdusse i concetti di ethos e pathos, ovvero morale e sentimento, nel discorso. Il primo, in riferimento all’atteggiamento del retore; il secondo, alla disposizione d’animo di chi ascolta. Sull’arte della persuasione Sang Jijia riflette per esprimere due diversi approcci al tema del ‘discorso coreografico’: l’ethos in questo caso sottolineerebbe la precisione, il pathos la passione, l’espressione. Così in PA|ETHOS vediamo declinarsi una serie di stilemi di movimento mutuati sia dalle antiche arti orientali sia dall’espressività della danza contemporanea occidentale, con cenni al formalismo di William Fosythe con il quale Jijia ha a lungo collaborato. Nelle prima parte dello spettacolo Jijia indaga l’aspetto del movimento connesso alle regole della vita sociale nella quale i rapporti interpersonali sono rigidamente cadenzati; nella seconda, le emozioni trasferite nella fisicità fino alla totale trasparenza del corpo.
L’anima si palesa nella sua integrità. Su musiche originali del noto compositore Dickson Dee, PA|ETHOS si avvale inoltre della preziosa collaborazione di Luca Brinchi e Roberta Zanardo autori della scenografia virtuale e di Marco Policastro per il disegno luci.