Si chiamano Oscyl le sette sculture oscillanti che partecipano allo spettacolo. Sono loro le protagoniste insieme a sette danzatori in carne ed ossa di Oscyl Variation, l’ultimo fantasioso lavoro del duo Héla Fattoumi e Éric Lamoureux. Sculture biomorfiche realizzate dal fedele scenografo della coppia Stéphane Pauvret su modello della celeberrima Entité ailée di Hans Arp. Un progetto Oscyl Variation, che ha avuto una lunga gestazione e che trova finalmente la sua preview mondiale a Oriente Occidente, sulla terrazza del Mart, prima di approdare al Festival del Teatro di Marionette a Charleville-Mézières, Francia. Héla Fattoumi e Éric Lamoureux, direttori dal 2015 del Centre Chorégraphique National de Bourgogne Franche- Comté à Belfort (Francia), perseguono anche qui la ricerca sull’alterità che li attaglia sin dal loro debutto artistico. Basti ricordare Just do Dance con interpreti provenienti da tre diversi continenti, i niqabs indossati in Manta e nel successivo Lost in Burqa. La danza della coppia si nutre e si fa carico della ‘diversità’ per provare a mettere in relazione le differenze.
Con Oscyl Variation gli artisti aprono uno spazio di esperienza con oggetti inanimati che coabitano la scena con i danzatori. E se all’inizio le sculture sembrano osservare pazienti il movimento dei loro compagni in carne ed ossa, poco alla volta l’energia e il contatto di quest’ultimi li mettono in moto, generando una sorprendente capacità dinamica di reazione agli stimoli.
Gli Oscyl infatti, una volta lanciati, sembrano dotati di una strana autonomia. È il loro punto di forza, è ciò che li differenzia da una tradizionale marionetta, soggetta a rispondere esclusivamente alle intenzioni del suo manovratore. Imprevedibili, gli Oscyl hanno anche un segreto da trasmettere agli esseri umani: si possono inclinare fino a sfiorare il pavimento, sembrare intenti a ribaltarsi e invece tornano ogni volta al loro centro, pronti sempre a ricominciare.