La strada ‘to nowhere’ è anche quella per NOW HERE, oltre a quella palindroma che la completa all’infinito rovesciata in ‘erehwon’. Quale ‘era’ vinse vincerà vince, nello spiraglio spaziale spietatamente elastico che è il presente? Promemoria per un oblio, il cinema (tutto il suo filmarsi) è anche il cancellarsi scultoreo che scolpisce il visibile nascondendone la maggior parte.
Questa notte si gioca lì, dove l’acqua ribolle infida intorno alla linea di galleggiamento dell’iceberg e del suo titanic. Dove la notte della caverna con i suoi perduti o salvati si trasforma nella caverna in pieno giorno assolata a manhattan un undicisettembre in cui i salvati e quindi i persi sono sia gli invisibili che i visibili, spettatori e attori secati da una stessa linea frattale. Il mondo tutto è da anni in vendita, comprabile più volte dal denaro nero in circolazione. Questa è la verità luminosa del capitale, che non esiste ma è più reale della realtà. La lentezza e il ritardo del cinema e della televisione ci permettono, per l’ennesima ultimavolta, di stare in piedi opponendo la nostra ombra alla nerezza capitalistica, la nostra lenta velocità della luce filmica all’accelerazione che ogni istante fermi ci ringoia. (dimostrazioni e rimostranze: rossellini debord ozu lang ford e mann e godard e mille altri, e tutto il cinema, irredimibile NOSTALGIA DEL PRESENTE)
Enrico Ghezzi ha quasi sedici anni nel maggio del 1968. Ama Eddy Merckx come Jean Vigo come Max Stirner come gli 8metri e 90 centimetri di Bob Beamon come... Si occupa di cinema e di televisione (o, peggio/meglio, ne è occupato). Dal 1979 lavora e gioca a Raitre (della quale ha diretto il palinsesto e è stato vicedirettore), dove ha curato e inventato cicli di film, le 40 ore non-stop de La Magnifica Ossessione per i 90 anni Lumière nel 1985), e i programmi FUORI ORARIO, SCHEGGE, BLOB (e Publimania, Ventanni Prima, Fine senza Fine) Gli piace troppo scrivere per non lasciarsi quasi annegare nelle immagini. Dirige il festival di Taormina dal 1991 al 1998, e quello di Bellaria. Ha fondato e dirige, dal 2001, Il Vento del Cinema/Chi Pensa il Cinema, incontri tra cineasti immagini filosofi, a Procida. Ha realizzato il cortometraggio GELOSI E TRANQUILLI (1988), haiku per la Biennale di Venezia (su Kubrick, Eastwood, Rohmer), Parola (su una) Data, videoconversazioni intorno all’11 settembre 2001 con Derrida Eco Žižek e diversi altri filosofi e registi, Con Aura/Senz’Aura (insieme con Luciano Emmer) e dei videoclip (tra cui Strani giorni, per Franco Battiato). Ha pubblicato libri per Bompiani, tra i quali Paura e desiderio, e nel 1994 un PANTA dedicato al cinema. Ha (non) curato l’edizione italiana delle Opere Cinematografiche Complete di Guy Debord. Sta (non) finendo una cosa che (non) assomiglia a un romanzo, Oro solubile. Come tutti, crede di amare e non sa se è amato.