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11/09/1994 - 19:00

Teatro Zandonai

Nana et Lila

La contaminazione è la parola d’ordine di Blanca Li. Questa giovane danzatrice spagnola, nata a Granata nel ’64, è una vera e propria “nomade” dello spettacolo. Il suo percorso irrequieto, vitalmente famelico d’avventura la vede esordire a 12 anni nell’équipe nazionale di ginnastica. A 15, cambio d’orizzonte ed immersione nella danza moderna. A 17 anni è già vincitrice di una borsa di studio del Comitato Ispano-Americano per gli Scambi Culturali che la porteranno dritta a New York nella scuola di Martha Graham. Vi studia cinque anni, frequentando contemporaneamente le scuole di Alvin Ailey, Paul Sanasardo e il Clark Center. 
La sua prima compagnia si chiama Nomadas, debutta allo Squat Theater nell’84 ed è propositiva di uno stile “contaminato” tra flamenco e new dance. Ma l’infaticabile Blanca non si ferma qui: organizza un agguerrito gruppetto, Blanca & the Xoxonees, che dedica all’improvvisazione nei teatri e nei club alla moda di New York. A comporlo un manipolo sui generis composto da “flamenco rappers”, musicisti di jazz e di world music, “graffiti artists” e danzatori. Nell’87 parte una nuova fase creativa. Il centro Culturale francese di Marrakech commissiona a Blanca Li uno spettacolo di teatro danza, ispirato alla tradizione orale marocchina. Con “Les Contes de l’Alhambra” (questo il titolo del pezzo), Blanca Li inizia a collaborare con i musicisti Gnawas, che influenzeranno in seguito la sua attività futura. Intanto gli Xoxonees lasciano New York e si trasferiscono in Spagna. Il loro primo disco esce con un contratto con la CBS nell’89. Ma l’irrequieta Blanca, con una nuova sterzata, decide di proseguire la sua strada da sola. Torna a New York per lavorare con Jon Faust, un esperto di musica latina collaboratore tra l’altro di David Byrne, per poi fondare nel ’90 un’associazione di artisti: il MUAC. Trovata numero quattro: Blanca Li apre a Madrid un bar all’insegna della “movida”, El Calentito. Sede notturna del MUAC, El Calentito è il luogo adatto per consumare flamenco, cabaret, teatro e musica. Un suo habitué? Pedro Almodovar. Ma Blanca Li non si ferma neppure qui. Lavora on la Fura dels Baus, apre uno studio di danza, organizza incontri coreografici, presenta nel ’91 “Pan”, una coreografia che indaga il trance nella danza sulla musica degli Gnawas, e “Nana”, brano selezionato tra i finalisti del concorso coreografico internazionale di Madrid. Per la seconda edizione degli incontri coreografici organizzati dal MUAC a Madrid nel ’92, Blanca aggiunge a “Pan” e “Nana” altri tre brani, firmando davanti a un pubblico di mille persone uno spettacolo a serata intera. La sua compagnia viene selezionata infine nel ’92  per partecipare all’Expo di Siviglia nel programma “Jovenes Valores del Siglo XXI”, diretto da Miguel Bosé. Et voilà l’ultimo cambiamento: Blanca Li si trasferisce a Parigi. “Nana et Lila”, lo spettacolo in scena a Rovereto, è un po’ il sunto di questa formazione e attività nomade e polilinguistica. Il debutto è avvenuto l’estate scorsa tra il festival Trans Europe di Berlino e il Roseau Théâtre di Avignone. Il lavoro nasce come ricreazione dello spettacolo presentato a Siviglia. Vi partecipano cinque musicisti Gnawas e un cast rinnovato di danzatori provenienti da più paesi. “Nana” è un pezzo nato dalla commistione tra flamenco e danza contemporanea. Si articola in tre pezzi, “Romance”, riflessione sull’amore di una donna per il soldato portato lontano da una guerra non sua, “Minera”, assolo di Blanca Li sulla solitudine e sulla maturità, “Nana”, brano nato sull’ispirazione dei conflitti culturali del mondo di oggi. 
Una danza che si distingue per il rapporto coreografico tra solisti e coro femminile, giostrato sulle musiche di Juana la del Cepillo, Paco de Lucia e Camarón de La Isla. 
Panorama assai diverso per “Lila”, nato sull’onda della tradizione afro-magrebina del musicisti Gnawas, in scena accanto ai danzatori. Diviso in due parti, “Blanco” e “Pan”, si ispira alla festività degli Gnawas, legate agli stati di trance che caratterizzano i riti dell’inizio della notte, in cui domina il colore bianco (“Blanco”), e quelli dell’alba, associati al rosso e al nero e sublimati in “Pan” dalla celebrazione delle forze naturali della terra. Costumi della stilista spagnola di moda Sybilla, scene del pittore Victor Ramos e dello scultore Jorge Vasquez, luci di Richard Bessenay.