La Michael Nyman Band, formazione che riunisce il noto compositore inglese e i musicisti coi quali ha concepito gran parte della propria musica approda al Festival con uno spettacolo ideato specificatamente per Futuro Presente, per sondare ancora una volta tutte le potenzialità del rapporto tra pellicola e musica, tra immagini e colonna sonora.
Accanto a parti selezionate dalla colonne sonore che hanno reso famoso il connubio artistico con Greenaway come I misteri del giardino di Compton House, primo notevole frutto di un sodalizio proseguito per una dozzina di opere, Lo zoo di Venere e L’ultima tempesta, viene musicato dal vivo anche Man with a Movie Camera (L’uomo con la macchina da presa), il celebre film girato dal regista sovietico Dziga Vertov nel 1929 che racconta la giornata di un cineoperatore mentre riprende scene di vita quotidiana a Mosca. Una pellicola che Nyman aveva già musicato nel 2001 e una delle molte tappe che hanno segnato la lunga esperienza creativa dell’artista inglese, fatta di incontri con grandi registi e di un’idea di musica come esperienza personale nella quale trovano spazio “potenza, passione, istinto e dolore”.
Considerato uno tra i massimi compositori viventi, maestro del minimalismo - la scena musicale nella quale si collocano Philip Glass, Steve Reich e Wim Mertens -, personalità eclettica e dall’onnivoro appetito artistico, Michael Nyman è oggi il riconosciuto autore di alcune delle più belle colonne sonore della storia del cinema.
Da L’ultima tempesta di Peter Greenaway a Lezioni di piano di Jane Campion passando per Wonderland di Michael Winterbottom e l’hollywoodiano Gattaca, l’elenco dei successi di questo abile tessitore di paesaggi sonori è davvero sbalorditivo. Tiene concerti in tutto il mondo, i registi lo vorrebbero come autore delle musiche dei propri film e lui, sempre più artista a trecentosessanta gradi, sperimenta strade nuove come la fotografia e la regia senza dimenticare l’amore per la musica nella quale sa fondere con grande abilità folk, elettronica, musica sacra e classica.
Music for films
I misteri del giardino di Compton House
Lo zoo di Venere
L’ultima tempesta
Man with a Movie Camera
Dziga Vertov, 1929
“Io sono un occhio. Un occhio meccanico e sono in costante movimento!” (D. Vertov)
L’uomo con la macchina da presa è questo e molto di più. La trama è molto semplice. Una giornata qualunque a Mosca vista con gli occhi di un cineoperatore: il risveglio della città, il traffico, il divertimento, lo sport, lo sferragliare di un treno. All’inizio e al termine della pellicola, però, appare una sala da cinema e sul finale la telecamera finisce persino per avere vita propria. Si capisce allora che l’opera che ha segnato l’apice della carriera di Vertov non è solo l’espressione più compiuta del cosiddetto movimento kinoglaz, ovvero cineocchio, che sosteneva la superiorità del genere documentaristico sulle pellicole di finzione ma è una riflessione più ampia sul cinema e l’arte, “sull’illusione cinematografica e sulla fabbrica delle immagini” (P. Mereghetti).