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06/09/1999 - 19:00

Teatro Zandonai

Mira! Los Zapatos Blancos/Los Zapatos Rojos

Vincitore del Premio Vicente Escudero e del Concorso Giovani Interpreti della Biennale del Flamenco di Siviglia del ‘96, Israel Galván è uno dei nuovi talenti della danza spagnola. Come primo ballerino ha lavorato con la Compañia Andaluza de Danza di Mario Maya, con Carlos Saura nel film Flamenco, con Manuel Soler per lo spettacolo inaugurale della Biennale di Siviglia del ‘96. Grazie al suo stile, in bilico tra tradizione flamenca e danza moderna, Galván ha conquistato giusto un anno fa pubblico e critica della X Biennale del Flamenco di Siviglia con Mira! Los Zapatos Blancos/Los Zapatos Rojos. Spettacolo in due parti che abbina a un’esibizione di seguiriyas, cantinãs, soleares, una curiosa rilettura della famosa fiaba di Hans Christian Andersen Scarpette rosse, è una produzione di flamenco che gioca sui contrasti tra purezza e contaminazione nella danza e nella musica. Los Zapatos Blancos si ambienta in una sala prova nella quale un gruppo di musicisti e un danzatore si incontrano per dare il via a un nuovo spettacolo. Il canto e la musica di questa prima parte sono nella tradizione del flamenco, mentre la danza si apre ad inflessioni legate al contemporaneo. Suona le percussioni Manuel Soler, artista che ha fatto parte del Sexteto di Paco de Lucía per più di dieci anni e che ha collaborato strettamente con Galván per la realizzazione dello spettacolo. In Los Zapatos Rojos la coreografia si basa drammaturgicamente su Scarpette rosse di Andersen da cui nacque nel 1948 l’omonimo film capolavoro di Michael Powell con Moira Shearer. Galván se ne serve per creare una coreografia il cui tema portante è l’ossessione per la danza, ossessione che diventa follia e che si lega alla tragica vita di Felix Fernandéz García. Scoperto da Diaghilev a Siviglia, questo danzatore venne invitato a lavorare con i Balletti Russi per insegnare a Léonide Massine i segreti del flamenco. Felix, di cui esiste anche un ritratto firmato da Picasso, sperava di riuscire a interpretare la parte del mugnaio nel balletto Il Cappello a Tre Punte di Massine su musica di Manuel de Falla, ma il ruolo fu danzato dallo stesso coreografo. La sua passione furibonda per il ballo, frustrata dall’impossibilità di calcare le scene, lo portò ad avere sempre più spesso crisi di follia. Felix “El Loco” morì pazzo nel 1941 in una casa di cura. Un percorso, quello di Felix, ricco di coincidenze con la fiaba di Andersen nella quale un soldato spagnolo regala a una ragazza delle scarpette rosse che la forzano a danzare ininterrottamente fino alla follia. In più fu proprio Massine a firmare le coreografie del film di Powell. Galván mischia tutto questo in un duo tra se stesso e Manuel Soler che, con l’aiuto di proiezioni video e dell’uso di due marionette, è dedicato alle ossessioni flamenche di “El Loco”, rivisitate su musica di John Coltrane, Valcarlcel Medina, Conlon Nancarrow.