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02/09/1993 - 19:00

Rovereto - Teatro Zandonai

Made to Measure

Rui Horta, Made to Measure


Alla testa del S.O.A.P. Dance Theatre di Frankfurt dal 1991, Rui Horta è uno dei coreografi emergenti più in voga nella Germania di oggi. La sua danza, piena di grinta e traboccante di energia, gli ha fatto vincere non a caso l’edizione 1992 del concorso di Bagnolet: con “Wolfgang, bitte…” brano di apertura di “Made to measure”, Horta si è guadagnato il gran premio della selezione nazionale e il New Choreography Award. Dopo aver lavorato parecchi anni negli Stati Uniti, Horta ha diretto per qualche tempo in Portogallo la compagnia Lisbon Dance. Oltre a insegnare regolarmente a New York e in molte città d’Europa, ha collaborato con la compagnia Metros (Spagna) e con il Gulbenkian Ballet (Portogallo) . Insieme  ad artisti visuali, performers e musicisti ha partecipato a diversi progetti, tra cui (in collaborazione con la pittrice americana Rita Simon) il “Great Art Warehouse”. Per il suo ultimo progetto “Rui Horta and Friends” ha creato “Line” e “Interiores”.
Con il S.O.A.P. Dance Theatre, compagnia residente al Mousonturm di Francoforte, Horta ha firmato il suo primo lavoro nel ’91, intitolato “Long before the end”. In scena dei grandi blocchi rettangolari spostabili: una barriera in rapporto alla quale Horta costruisce una danza dai contrasti violenti. Anche qui come in altri spettacoli teatrali nati in quest’ultimi anni in Germania, non si può non pensare ad una citazione della caduta del muro di Berlino.
“Made to measure” nasce dall’unione di tre differenti brani creati di Horta per S.O.A.P.: il già citato “Wolfgang, bitte…”, nato nel ’91, “Ordinary Events” e “Diving”, entrambi del ’92. “Wolfgang, bitte…” è un omaggio alla musica di Mozart. Cadute a terra vorticose, sguardi proiettati verso l’alto per una danza giocata sulla verticalità e su una tensione spaziale e spirituale continuamente in bilico tra alto e basso. I sette danzatori vestiti di bianco ballano Mozart, dando una interpretazione sfaccettata e felicemente non canonica della musica del compositore.
“Ordinary Events” vede in scena tre coppie, separate spazialmente in altrettante zone parallele, delimitate da tappeti rossi. Il movimento nasce sulla martellante musica dei Tambours du Bronx: ne deriva una danza fatta di impulsi, un contact anni ’90, aggressivo e di protesta. Le tre coppie giocano inizialmente intorno a tre sedie, poi abbandonate per lanciarsi in una danza violenta che prende tutta la scena. Le sedie restano in piedi sul fondo, dando l’impressione di essere lì come oggetti simbolicamente rappresentativi di convenzioni sociali con cui non si è in sintonia.
Infine “Diving”. Bacinelle blu, piene d’acqua, tra cui si muovono danzatori in costume da bagno. In alto, sopra questa piscina immaginaria, un tuffatore contrappunta la musica di Etienne Schwarcz con un non-sense verbale, lanciando allarmanti avvisi di caduta. Sotto, una danza fatta di finti tuffi, di corpi rigidi che volano tra le braccia dei compagni. Solo a tratti il tutto si ammorbidisce, colorandosi di una qualità acquatica: una prova in più della vivace creatività dell’autore in questione.   

Coreografia di Rui Horta
Interpreti Olga Cobos, Silvia Kaufmann, Ragnhild Olsen, Jan Vesala, Andreas Fratzl, Renate Graziadei, Bernard Baumgarten, Richard Labrousse
Insegnanti Rui Horta, Hans Forrer, José Angel Biondi
Direttore tecnico Karl Krauser
Coordinatrice di produzione Traudi Kupfer