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Auditorium Melotti, Rovereto

Lady Grey (con le luci che si abbassano sempre di più)

Teatro

Acuta riflessione sull’identità femminile, Lady Grey è un monologo che raccoglie i pensieri di una ragazza alla ricerca dell’energia selvaggia e profonda della vita. È il racconto di una giovane donna un po’ nervosa che sperimenta un’esistenza a singhiozzi e priva di troppe certezze. Nel corso del racconto viene lentamente a galla la storia di Sabrina, una bambina che deve portare a scuola un oggetto e raccontare cosa rappresenta per lei. L’effetto è drammatico. La bimba porta se stessa, il suo corpo, in una denuncia di pretesa d’esistere che s’intreccia con l’impossibilità di vivere e amare della protagonista, alla costante ricerca di un personaggio che ne incarni le delusioni e le incertezze. Lady Grey è un’immersione nel linguaggio, un gioco al massacro pervaso di umorismo in cui il corpo sacrificale è la parola incarnata dall’attore, in questo caso una grande Isabella Ragonese, abito rosso, scarpe con tacco vertiginoso, un paio di occhiali che scrutano e ti squadrano come fanno certe maestre, come fanno i miopi. Ma la miopia qui è quella della vita, è l’impossibilità di mettere a fuoco, di trovare un senso all’esistenza, perché un senso non c’è. Un racconto spiazzante che toglie il fiato e interroga, una sfida col pubblico su un testo dove niente è per caso. L’autore della pièce, Will Eno, è uno dei maggiori drammaturghi d’oltreoceano. Finalista del Premio Pulitzer e premiato al Fringe di Edimburgo, è stato di recente definito dal New York Times “il Beckett del nuovo secolo”. La sua prosa densa è una sorta di “lista della spesa esistenziale”, fatta in egual misura d’amore, senso di perdita e umorismo sferzante. Isabella Ragonese, una delle più intense attrici del nuovo cinema italiano, torna al primo amore - il teatro - misurandosi col testo di Eno nella doppia veste di interprete e regista. È, il suo, un raffinatissimo gioco di seduzione, un continuo confronto col pubblico, portato a sperimentare i limiti del linguaggio e le (im)possibilità del racconto.

Isabella Ragonese: Nata a Palermo nel 1981, Isabella Ragonese consegue un diploma in recitazione presso la Scuola Teatès nel 2000. Attrice e autrice teatrale, ha scritto, diretto e interpretato diverse sue opere come Che male vi fo, Bestino e Mamur. Il passaggio al cinema avviene con Nuovomondo di Emanuele Crialese, che le apre le porte a ruoli sempre più importanti. Seguono Tutta la vita davanti (2008) di Paolo Virzì, Viola di mare (2008) di Donatella Maiorca, Due vite per caso (2009) di Alessandro Aronadio, Oggi sposi (2010) di Luca Lucini, Dieci inverni (2010) di Valerio Mieli. La consacrazione avviene con La nostra vita, il film di Daniele Luchetti la cui interpretazione le vale il Nastro d’argento come miglior attrice non protagonista. Seguono i ruoli da protagonista in Un altro mondo (2010) di Silvio Muccino e ne Il primo incarico (2010) di Giorgia Cecere. Sarà prossimamente nelle sale con Il giorno in più, ultimo film di Massimo Venier. Il successo al cinema non le impedisce però di tornare a calcare i palcoscenici teatrali: nel 2011 cura la regia e l’interpretazione di Lady Grey, il monologo del newyorkese Will Eno.