PRIMA ASSOLUTA
CREAZIONE SITE SPECIFIC
COPRODUZIONE / ORIENTE OCCIDENTE & TRENTINO SVILUPPO
L’architettura è esperienza del quotidiano e la danza che vi si insinua abbraccia una doppia esperienza: storica e spettacolare. Tra le pioniere e le protagoniste italiane della danza verticale si annovera Wanda Moretti con la sua compagnia veneziana Il Posto. Dal 1994 infatti, Moretti studia gli spazi sociali, culturali e architettonici per metterli in dialogo con la coreografia sul piano verticale e aereo. Suggestione e impatto, grazie anche alla musica di Marco Castelli presente con il suo sax e il live electronics, appartengono al dna dei suoi lavori realizzati ormai in diverse città del mondo. “La danza verticale - spiega Moretti - propone uno standard diverso di osservazione del luogo che non rappresenta un semplice contenitore dell’evento ma diviene esso stesso parte integrante della performance”. Per Oriente Occidente 2018 ha ideato un site specific per Progetto Manifattura: un lavoro che si prefigge di rileggere la storia del luogo attraverso il presente e il linguaggio innovativo della danza verticale. La danza si avvale del potere scaturito dall’unione di energie diverse che sono prodotte dai luoghi, dai corpi in movimento e dalla musica live. L'interazione con l'ambiente circostante è stretta e fa riferimento a tutti gli aspetti della sua identità, dalla storia all'architettura, dalla struttura spaziale alla sua attuale vocazione.
Il Gigante muove da alcune ricerche intorno al passato operaio della Manifattura Tabacchi di Rovereto, da alcune suggestioni poetiche tratte dal quadro di Paul Klee Angels Novus e dalle riflessioni che il filosofo Walter Benjamin ha scritto nell’omonima pubblicazione e sull’opera del pittore: “[…] un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese: ha il viso rivolto al passato… ma una tempesta spira dal paradiso, si è impigliata nelle sue ali ed è così forte che egli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro. Ciò che chiamiamo il progresso è questa tempesta”. Moretti associa a queste fonti la mission della Manifattura: un insieme di architetture (industriali) oggi trasformate in factory il cui obiettivo è quello di ottenere i più alti livelli di sostenibilità e innovazione. I personaggi incarnati dai danzatori saranno la rappresentazione sensibile della Manifattura stessa, anime del luogo trasformato in biblioteca di corpi narranti tra voci rievocate di zigherane (le donne operaie) e altri personaggi come ‘l’angelo nuovo’ che guarda al futuro. A partire dalla documentazione esistente la performance rilegge i luoghi ed i personaggi che li hanno abitati, attraverso l’idea storica di progresso che da un lato avanza inesorabile verso il futuro superando il passato e cancellandone la forma originaria e dall’altro si presenta in forma ciclica come crescita apparente che ci riporta sempre al punto di partenza. Tra queste due idee di progresso emerge una terza possibilità incentrata sull’idea di sostenibilità per una umanità in accordo con le risorse che il mondo offre ed il superamento delle disuguaglianze. La questione sul progresso rimane aperta tra la volontà di portare avanti il passato e quella di superarlo e grazie alle arti possiamo guardare al futuro come crescita positiva del genere umano.
ilposto.org