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Sala Conferenze del Mart, Rovereto

Il corpo nelle arti sceniche

Incontro con José Gil

Che cosa vuol dire “mettersi nella pelle” di un personaggio? Chi diventa il soggetto che interpreta una performance, si mette a cantare oppure esegue un movimento di danza? Per rispondere a queste domande, bisogna analizzare il rapporto interprete-opera-spettatore nell’ambito delle arti sceniche. Intende farlo il filosofo José Gil, durante il suo incontro votato appunto a Il corpo nelle arti sceniche, durante il quale si concentrerà sull’analisi del processo del divenire-altro del performer, esplorando gli strumenti di cui dispone il corpo per trasformare lo spazio e il tempo. Il suo progetto è l’esplorazione dello “spazio del corpo” e del “tempo del corpo” nel divenire-altro dell’attore. Nel suo intervento saranno inoltre descritte le operazioni tramite cui la coscienza interviene sulle sensazioni, affinché “l’inconscio del corpo”, così come “l’inconscio del linguaggio”, giungano a esprimersi in quella metamorfosi del corpo che è l’azione della perfomance o della danza.
Verranno utilizzati alcuni testi del Libro dell’Intranquillità di Fernando Pessoa che descrivono tale meccanismo con grande chiarezza. Nell’atto performativo si forma un “piano d’immanenza” (per usare una definizione di Deleuze), che richiede un’altra concezione del corpo, differente da quella della medicina e della fenomenologia: un “corpospecchio- di-forze” in grado di produrre un’esperienza paradossale, ovvero “nonconscia”, che è proprio quella del performer, e che da lui tende a trasmettersi allo spettatore.

José Gil è nato in Mozambico e vive e lavora a Lisbona. Nel 1968 si laurea in filosofia alla Facoltà di Arte dell’Università Sorbona. L’anno successivo inizia il dottorato di ricerca con una tesi su Kant e la moralità. Nel 1976 ritorna in Portogallo dove lavora come Assistente alla Segreteria di Stato per l’Educazione e la Ricerca Scientifica. Cinque anni più tardi ottiene la cittadinanza portoghese, divenendo docente alla Facoltà di Scienze Sociali e Umane all’Università Nuova di Lisbona, dove insegna Estetica e Filosofia Contemporanea. Insegna anche al Collège International de Philosophie, di Parigi, alla New School for Dance Development di Amsterdam e all’Università di San Paolo. Ha pubblicato numerosi saggi, tra cui si ricordano: Un’Antropologia delle forze (Einaudi, 1983), Métamorphoses du corps (Éditions de la Différence, 1985), Fernando Pessoa ou a Metafísica das sensações (Relógio d’Água, 1988), Salazar – a Retórica da Invisibilidade (Relógio d’Água, 1995), A Imagem-nua e as Pequenas Percepções (Relógio d’Água, 1996), Movimento Total – o Corpo e a dança (Relógio d’Água, 2001), Mostri. Umanità e anormalità (Besa, 2003), A Profundidade e a Superfície (Relógio d’Água, 2003). I suoi libri sono stati tradotti in francese, inglese, italiano, spagnolo e serbo. Le nouvel Observateur lo ha inserito nei venti filosofi più importanti al mondo. Ha redatto la voce “corpo” nell’Enciclopedia Einaudi. Ha partecipato all’ultima edizione del Festival della Filosofia tenendo una lectio magistralis dal titolo Il potere del corpo.