Nell’era digitale le immagini tendono a produrre una sempre più forte indistinzione tra documento e simulazione. Le nuove tecnologie (si pensi a Photoshop) ci inducono a rimodellare arbitrariamente la realtà e a manipolare a piacere i nostri archivi personali. Il rapporto tra le immagini prodotte tecnicamente e la realtà si sta dunque modificando in modo considerevole. Non tanto nel senso che il mondo reale è progressivamente sostituito da un mondo simulato, quanto nel senso, più inquietante, che il riferimento delle immagini al mondo reale si realizza con un crescente disinteresse per la loro veridicità e con una crescente indifferenza nei confronti della loro capacità di rendere testimonianza. Si va verso la progressiva sostituzione del mondo simulato a quello reale? Le immagini sono ancora specchio fedele della realtà? Per rispondere a questi interrogativi Pietro Montani propone un avvincente viaggio attraverso i linguaggi visuali e i processi di costruzione tecnologica dell’immagine. Da La valle di Elah ad Avatar passando per Buongiorno, notte, una salutare riflessione condotta ai limiti del visibile.
Pietro Montani, professore ordinario di Estetica all’Università La Sapienza di Roma, si interroga da anni (e con grande lucidità) sul rapporto tra tecnica e arti. Forte della lezione di Garroni, per cui l’arte è un modo che l’uomo si è dato storicamente per attribuire un senso all’esperienza, si è a lungo occupato del rapporto tra realtà e finzione dal punto di vista dell’estetica cinematografica. Fondamentali i suoi studi sulle teorie estetiche dell’avanguardia e sull’autonomia formale del racconto cinematografico. A suo agio tra Lukács, Bachtin, Heidegger e Gadamer, è stato il curatore degli scritti teorici di Dziga Vertov (L’occhio della Rivoluzione, Milano 1976) e i dodici volumi delle Opere scelte di Sergej M. Ejzenšteijn. Ha appena dato alle stampe per Laterza un felice libro dedicato al valore testimoniale delle immagini (L’ immaginazione intermediale. Perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile, 2010).