“Siamo una compagnia di hip-hop alla ricerca di una scrittura coreografica. Anche se la nostra scrittura è vicina a quella contemporanea, la nostra danza non ha nulla a che vedere con la gestualità della coreografia contemporanea”. La ricerca di un linguaggio di confine sperimentato da varie formazioni hip-hop, è espressa con chiarezza da Mourad Merzouki, del gruppo Käfig. Insieme a Chaouki Saïd, altro danzatore del secondo gruppo francese di hip-hop ospite del Festival, Merzouki prima di entrare in Käfig è stato tra i co-fondatori di Accrorap, una delle prime formazioni d’oltralpe a sperimentare il confronto tra danza di strada e tecnica classica e contemporanea. Il cast di Käfig si completa con altri quattro danzatori, tutti con alle spalle collaborazioni con la compagnia Traction Avant e con altre formazioni francesi. I loro interventi variano dalla messa a punto di spettacoli, ad opere di intervento sul territorio, volte alla diffusione delle cultura hip-hop. Il nome della compagnia significa “gabbia” e fa riferimento al contrasto tra la richiesta di libertà dello spirito e la realtà dei limiti e delle costrizioni imposte dalla società. “Viviamo il sentimento di essere rinchiusi, perduti in una gabbia. Si potrebbe scegliere di restare nel silenzio, nel mezzo di questo spazio definito. Ma, malgrado tutto, sentiamo il bisogno di andare incontro all’altro. Ed è l’energia dell’hip-hop che permette il dialogo e l’apertura verso altri orizzonti”. Il tema dello spettacolo, Génération hip hop, è non a caso l’integrazione. Il lavoro è dedicato all’omonimo film girato da Jean-Pierre Thorm alcuni anni fa in Francia sui protagonisti più inventivi della danza di strada. La compagnia propone uno spettacolo in cui gesto e parola si fanno eco, raccontando il percorso dell’hip hop, dalla rivolta contro una società che ignora volontariamente i ghetti, di cui è madre a causa, al sogno che invita alla speranza fino alla creazione aristica intesa come mezzo di ricostruzione.