Le vite di Enzo e Mary tornano a incrociarsi dopo anni di assenza. Il loro amore invincibile, nato dietro le sbarre e sopravvissuto alle prove della lontananza, torna a camminare tra i vicoli lividi di una Genova fuori dal tempo. L’opera seconda di Pietro Marcello è un’esperienza unica e affascinante, un gioiello cinematografico che intrecciando le forme del documentario e la finzione racconta con straordinaria delicatezza le vite di reietti ed emarginati. Tra filmini d’inizio secolo e tuffi dallo scoglio di Quarto, prende forma un flusso di immagini e di emozioni che vanno dritte al cuore. Coprodotto dai gesuiti della Fondazione San Marcellino, un film a bassissimo budget che ha raccolto premi in tutta Europa (vincitore del Festival di Torino, ha trionfato al Forum del Festival di Berlino). Zavattini sosteneva che il cinema italiano è morto quando sceneggiatori e registi hanno smesso di prendere il tram. Marcello il treno lo prende eccome (sugli espressi notturni ci ha girato per intero il primo bellissimo lungometraggio). Sarà per questo che riesce ad avvicinare le pieghe più intime e sofferte dei suoi protagonisti con tanta misura e dignità. Il cinema italiano non è morto.
Nato a Caserta nel 1976, Pietro Marcello si forma come assistente alla regia di Leonardo Di Costanzo e aiuto regista di Sergio Vitolo. Fin dai primi lavori (Il Tempo dei Magliari, Il cantiere, La baracca, Grand Bassan) la critica specializzata guarda con attenzione ai suoi documentari. Nel 2007 firma la regia de Il passaggio della linea, un documentario girato interamente sui treni espressi che attraversano l’Italia. Il film è stato presentato alla 64a edizione del Mostra del Cinema di Venezia all’interno della sezione Orizzonti e si è aggiudicato il Premio Pasinetti Doc e la Menzione speciale premio Doc/it. Nel 2009 realizza La bocca del lupo, ottenendo numerosi riconoscimenti nei principali festival internazionali del documentario (Torino Film Festival, Festival Cinéma du Réel di Parigi, Festival di Berlino, Festival di Buenos Aires). In Italia ha vinto il Nastro d’Argento e il David di Donatello per il miglior documentario dell’anno.