Pioniera dell’integrazione a livello professionale di danzatori abili e diversamente abili, la Candoco Dance Company è stata fondata nel Regno Unito nel 1991. Nel nome, la dichiarazione di intenti: una compagnia, co., che a dispetto delle barriere fisiche, dimostri di “saper fare”, can do.
Acclamata sin dalle origini dal pubblico e dalla critica inglesi, Candoco – guidata dal 2007 da Stine Nilsen e Pedro Machado – ha raggiunto il gotha della danza attraverso tournée realizzate in sessanta paesi del globo.
Il segreto del suo successo: la bravura dei danzatori che la compongono e un repertorio esclusivo, costruito con gli autori più in vista del panorama della danza contemporanea. Negli ultimi anni Candoco ha affidato commissioni tra gli altri a Stephen Petronio, Javier de Frutos, Rafael Bonachela, Hofesh Shechter. Autori che hanno prodotto spettacoli assai diversi: alcuni hanno puntato sulla messa in risalto delle disuguaglianze, altri hanno cercato strade per ignorarle, altri ancora hanno lavorato per rendere impercettibile il confine.
Nel 2011, in collaborazione con la Trisha Brown Dance Company, Candoco si è messa alla prova con una pietra miliare
del repertorio contemporaneo: Set and Reset creato dalla Brown nel lontano 1983, brano fondante della post modern dance americana su musica di Laurie Anderson con scene e costumi firmati da Robert Rauschenberg.
Abigail Yager, già danzatrice della compagnia di Brown, ha trasmesso ai ballerini di Candoco le sequenze esatte della coreografia originale guidandoli poi in un articolato processo di improvvisazione, lo stesso messo in campo dalla coreografa all’epoca della creazione: ricerca della semplicità nel movimento, dell’azione istintiva, del limite, lavorare sul rapporto visibile-invisibile. È nato Set and Reset/ Reset proposto al Festival in memoria della grande artista americana scomparsa a marzo, abbinato a un debutto assoluto di Yasmeen Godder.
Coreografa israeliana dal segno graffiante, Godder è acuta osservatrice dell’individuo nel mondo contemporaneo. Temi quali l’identità e il cambiamento inseriti spesso in un’inedita visione estetica che ammalia e scuote lo spettatore sono i tratti distintivi della sua poetica. In Face in costruisce un’ode alla vita a dispetto di un mondo selvaggio e distorto. Un mondo che i danzatori di Candoco conoscono bene e che abitano con facilità: esprimendo gioia nel danzare, rivelando se stessi fino in fondo, flirtando con le banalità e il ridicolo.
candoco.co.uk