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22/03/2005 - 20:00

Auditorium Melotti

Events

Events, Merce Cunningham Dance Company | ph Tony Dougherty

Vedere le stesse cose come se fossero ogni volta una sorpresa: non è quello che ci capita normalmente guardando la realtà che ci circonda?

Merce Cunningham

 Fra le innumerevoli invenzioni attribuibili a Merce Cunningham vi è quella degli Events, un vero e proprio repertorio di danze della durata fissa di un’ora e trenta minuti che scorre parallelo agli spettacoli creati per la Merce Cunningham Dance Company senza però essere stato catalogato, se non in parte. Il motivo di questa scelta è semplice: gli Events non sono creazioni originali, bensì collages sempre diversi di brani estrapolati e spesso più volte ripetuti di tanti spettacoli. Questa formula fu collaudata nel 1964, a Vienna, allorché si chiese al coreografo di dare spettacolo nel Museo del Ventesimo Secolo - un luogo senza sipario, senza quinte, senza la possibilità di allacciare luci né costruire scene - ed egli propose, anziché un impossibile programma di coreografie predefinite, una rappresentazione di altro tipo: appunto il rimescolio di estratti dal repertorio o di danze anche complete da dislocare simultaneamente in diverse zone del museo. Così nacque, su musica di Cage (Atlas Eclipticalis) il primo Event, noto come Museum Event. Da allora Cunningham allestì questo genere di “cocktail” coreografici negli spazi più diversi, ogni volta sfruttando le caratteristiche del luogo, con una musica composta e interpretata ad hoc e di regola senza una scena se non quella fornita dal luogo stesso, dall’invenzione del momento e con gli imprevisti, tanto in sintonia con la sua poetica, che da esso potevano nascere.
All’inizio gli Events furono numerati e la catalogazione proseguì sino al 2000 quando raggiunsero le 400 unità. Poi però il coreografo preferì sospenderne il conto in quanto divenuto, a suo dire, un fatto quasi meccanico. Così cominciò ad associare i nuovi Events alle città o ai luoghi dove venivano rappresentati ma anche questa elencazione cessò. Tanto più che ormai gli Events, nati per gli spazi più diversi e aperti e per essere fruiti da un pubblico non necessariamente immobile o collocato solo a uno dei lati della scena, vennero sempre più spesso accolti nei teatri tradizionali. Ma anche qui la formula non perse la sua freschezza: ogni Event è sempre stato allestito a partire dall’osservazione delle peculiarità del palcoscenico  sul quale avrebbe dovuto essere rappresentato e senza alcun arredo.
L’Event di questa sera fa eccezione poiché vanta, oltre alla musica di Takehisa Kosugi, il direttore musicale della Merce Cunningham Dance Company, un fondale di Robert Rauschenberg, intitolato Immerse, che si può definire “storico” in quanto il celebre artista che dal 1954 al 1964 è stato direttore degli allestimenti scenici della Compagnia e a partire dal 2000 di nuovo accanto al coreografo per talune, specialissime, occasioni (ad esempio il balletto Interscape, del 2001) lo ha concepito proprio per un Event. Lo stesso Cunningham ha a suo tempo motivato questa variante - introdotta a partire dalla seconda metà degli anni Novanta - nell’allestimento di taluni Events su palcoscenico con la consueta semplicità. “Sappiamo ormai che c’è un interesse a ospitare gli Events in spazi convenzionali, sebbene questo tipo di rappresentazione fosse stato sviluppato per luoghi che non potevano accogliere il nostro repertorio abituale… Così, ancora una volta, abbiamo scelto di introdurre degli elementi scenici, a partire da un fondale intitolato Immerse e disegnato, nel 1994, da Rauschenberg”.