“Le coreografie di Rosas sono sempre il risultato di interazioni diverse: tra il materiale gestuale, proposto da ciascun danzatore e le direttive artistiche al quale quel materiale risponde, tra il progetto di insieme e l’apporto individuale…” Anne Teresa De Keersmaeker, capofila indiscussa della danza contemporanea fiamminga, dall’80 ad oggi ha tracciato un percorso nella coreografia tra i più ricchi ed articolati d’Europa. La sua scrittura al femminile, calda e appassionante quanto rigorosa nella forma, si è sviluppata a partire da un lavoro sul corpo essenziale, minimale, approdato nel corso degli anni ad una complessità sofisticata. Un’energia che alterna gesti trattenuti a dinamiche esplosive e che si nutre di tensioni in spirale, materiali in accumulo costante, incisive dissonanze, strepitose e reiterate cadute, caratterizza infatti la qualità di scrittura della De Keersmaeker, autrice che accosta alla ricerca sul corpo un’altrettanto puntuale ricerca sulla musica. Non a caso i suoi lavori sono spesso descritti come veri e propri “concerti di danza”, nei quali la partitura musicale non è nero materiale di accompagnamento, ma chiave di accesso all’analisi sul mistero dell’interiorità. Formatasi al Mudra di Béjart di Bruxelles e alla Rish School of Arts di New York, la De Keersmaeker, classe 1960, inizia presto a dedicarsi alla coreografia, creando nell’81 a New York il sono Violin Phase, primo nucleo di Fase, four movements to the music of Steve Reich. Duetto ballato in coppia con Michèle Anne De Mey, Fase debutta a Bruxelles nell’82, proiettando immediatamente la giovane autrice nel circuito internazionale dei grandi Festival di danza. Un anno ancora e la De Keersmaeker insieme alla De Mey, a Fumiyo Ikeda e Adriana Borriello, crea un piccolo gioiello della coreografia contemporanea europea: Rosas danst Rosas, su partitura originale di Thierry De Mey e Peter Vermeersch. Il lavoro segna il debutto della compagnia Rosas. Il nucleo originario si scioglierà presto, andandosene la De Mey e la Borriello, ma Rosas continuerà per la sua strada, arricchendosi negli anni di numerosi interpreti. Già in Rosas danst Rosas erano comunque chiari i termini su cui si sarebbe sviluppata la ricerca futura della De Keersmaeker, dalle tensioni di contrasto tra struttura ed emozione, allo studio aperto a molteplici soluzioni del rapporto tra musica e coreografia. Dall’82 al ’90 nasceranno produzioni importanti da Elena’s Aria (1984) a Bartòk / Aantekeningen (1986) fino al travolgente e provocante Achterland (1990), acuta riflessione sull’universo femminile e sul rapporto tra i sessi, danzato sugli Otto studi per pianoforte di Györgi Lieti e sulle Tre Sonate per violino solo di Eugène Ysaye, eseguite dal vivo. Residente al Théâtre de la Mannaie di Bruxelles dal ’92, Anne Teresa ha messo a punto in questi sei anni progetti importanti per il destino della sua compagnia e della danza contemporanea in generale. Sono nate nuove e stimolanti creazioni: il film Rosa girato da Peter Greenaway nel ’92, Toccata (1993) – lavoro in cui partiture di Bach, eseguite dal vivo dal pianista Jos van Immerseel, dialogano con un quintetto di danzatori, formato da quattro donne e da un uomo in un incrocio tra l’architettura geometrica della musica e la fluidità della scrittura coreografica; ERTS – creazione del ’92 su musica di Beethoven rielaborata l’anno successivo secondo un processo di ricreazione coreografica aperto all’inventiva dei nuovi danzatori coinvolti nell’operazione: Woud – pezzo del ’96 ispirato a tre composizioni emblematiche di Schönberg (Verklärte Nacht), Berg (Lyrische Suite) e Wagner (Wesendonck Lied Nr. 3 “Im Treibhaus”). La De Keersmaeker ha inoltre ripreso, rivisto, rielaborato molti lavori del passato, facendo di Rosas una compagnia molto forte di un suo proprio repertorio. Ma non solo: nel ’95 con la Mannaie ha fondato P.A.R.T.S. (Performing Arts Rescarch and Training Studios), un centro di studio che dalla danza si apre a tutte le arti della scena, nato per colmare il vuoto lasciato a Bruxelles dopo lo scioglimento del Mudra nell’88. Presentato a Rovereto a distanza di meno di un mese dal debutto mondiale al festival Wiener Tanzwochen, Drumming è una creazione per dodici interpreti, sulla partitura integrale dell’omonima opera di Steve Reich. Sulla musica di questo protagonista del minimalismo degli anni ’70, la De Keersmaeker aveva lavorato per la prima volta in Fase. Composizione per sole percussioni, Drumming è scritta sulla base di processi ritmici, inizialmente semplici, che si fanno via via più complessi grazie a procedimenti di moltiplicazione e sovrapposizione. Sulla base di una pulsazione ritmica fortemente accentuata, Reich utilizza degli slittamenti, lasciando che gli strumenti si accavallino in una stessa frase musicale e alternando i suoni al silenzio. Anne Teresa De Keersmaeker aveva già utilizzato il primo movimento di Drumming in Just Bifore, una creazione dell’anno scorso interpretata dagli stessi dodici danzatori coinvolti nel nuovo pezzo.