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08/09/1998 - 19:00

Désert

Traction avanti compagnie, Désert | ph Paolo Aldi

Un connubio tra danza di strada e buto giapponese è invece la proposta di Traction Avant, compagnia francese al Festival con un evento di strada e con Désert, una creazione diretta da Zoro Henchiri e Sumako Koseki. L’abbinamento tra l’hip-hop e la danza delle tenebre è di primo acchito stridente, eppure entrambe le forme di espressione hanno origine da un atto di protesta sociale e politica. La danza di strada lotta contro l’emarginazione del ghetto. Fa perno su una tecnica del corpo fortemente virtuosistica di cui i giri in equilibrio sulla testa sono l’esempio più eclatante. L’energia che la distingue esplode verso l’esterno, confluendo in un movimento vitale e dinamico. Il buto, emerso negli anni ’50 come forma di rottura rispetto alla tradizione del teatro Nô e del Kabuki, è un urlo silenzioso contro la tragedia di Hiroshima. Reagisce allo scoppio della bomba atomica con l’esposizione di un corpo torturato, ripiegato verso l’interno. Alla ricerca di una risposta interiore a una società divenuta inconciliabile con l’estetica del bello. Anche il buto è una danza di grande energia. Ma, al contrario di quanto avviene nell’hip-hop, implode con violenza verso l’interno, dando luogo a una gestualità notturna, eccessiva, di voluttuosa staticità. Zoro Henchiri scopre la break dance nei primi anni ’80, lavorando con Fred Bendongue. Dal 1984 partecipa a tutte le attività della compagnia Traction Avant. Un Break a Tokyo, prima tappa del percorso di confronto tra danza di strada e buto, di cui le tappe successive sono But Hop, un assolo per Zoro Henchiri e percussioni, e Désert. All’origine di quest’ultima creazione, c’è il desiderio di esprimere con la danza cosa significhi il deserto, geograficamente, spiritualmente, simbolicamente. Con Henchiri e Koseki lavorano Karm Amghar e Kader Belmoktar, due danzatori di Valenza che hanno iniziato ad occuparsi di danza di strada nei primi anni ’90, ballando in centri sociali e nella compagnia Culture Street.

Coreografia di Zoro Henchiri  
Direzione artistica di Sumako Koseki
Danzatori Karim Amghar, Kader Belmoktar e Zoro Henchiri
Luci di Valérie Colas
Regia suono di Gilbert Moralis
Direzione di Marcel Notargiacomo